Rubata nella notte tra sabato e domenica, nonostante il faretto che la illuminava affinché gli automobilisti, passando da via Messina, sapessero che c’era. La statua della Madonna della chiesa di Santa Maria delle grazie, poco prima di Cannizzaro, ha lasciato un vuoto sul quel piedistallo sistemato sul sagrato della parrocchia. Sono rimasti attaccati i piedi di gesso, mentre tutto il resto – compresa la placchetta di ferro che teneva il simulacro della vergine attaccato al suo supporto – è stato segato via con uno strumento apposito ed è sparito. «Non hanno lasciato neanche i cocci per terra», ammette don Mario Torracca, il prete che dal 2005 segue quella comunità di fedeli.
«Spero solo che la statua non sia stata rubata da qualcuno che aveva bisogno di molti soldi – dichiara il parroco – perché purtroppo quella statua non vale molto». A volerla ricomprare nuova, online, una uguale costa 650 euro. Ma di seconda mano, e per di più rovinata, non può valere chissà quanto. «Due anni fa c’era stato un altro tentativo di furto, per fortuna andato male – continua don Mario – Solo che il gesso si era rotto, c’erano tanti cocci, e noi li abbiamo fatti aggiustare a un parrocchiano, non certo a un professionista. Ha fatto un lavoro guidato dalla provvidenza, ma sempre con la colla».
Ma perché qualcuno dovrebbe rubare una statua della Madonna? Le vie del Signore sono infinite e le possibili motivazioni degli esseri umani altrettanto. «La nostra è una comunità tranquilla, non ci sono screzi, non è mai successo niente di strano – prosegue il sacerdote – Non siamo ricchi. In questo momento, poi, abbiamo anche meno del solito: noi abbiamo una cosa che si chiama Casa del sorriso, con cui distribuiamo pasti ai più bisognosi, e di recente si è rotto il pulmino e abbiamo usato tutti i nostri risparmi per ripararlo». Il poco denaro che c’è, quindi, non basta neanche per comprare un’altra Madonna.
«Se e quando avremo di nuovo abbastanza, mi hanno suggerito di metterla in una teca, circondata da un vetro antiproiettile. Ma è una ulteriore spesa». La «provvidenza», sempre lei, di certo può dargli la voglia per non rinunciare al sogno di una nuova statua, ma non i soldi per comprarla. La denuncia per il furto, comunque, ha deciso di non farla: «Abbiamo una telecamera di sorveglianza sul tetto della chiesa – spiega – Due anni fa, quando c’è stato il primo tentativo di furto, sono andato dai carabinieri con le immagini: erano troppo lontane, le persone proprio non si vedevano. Ho fatto una denuncia contro ignoti. Stavolta sarebbe lo stesso e ho deciso di evitare».
I fedeli, nel frattempo, hanno iniziato a fare girare la voce del furto subìto dalla parrocchia. In questo aiutati da don Mario, prete social, presente per la sua comunità anche online. «Devo dire: se l’ha rubata qualcuno che col guadagno ci ha comprato la spesa allora il cuore mi sorride. Se fosse stato vandalismo, invece, ecco: quello mi lascerebbe in petto tanta amarezza».
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