Via la doppia preferenza di genere, arriva primo sì Boschi: «Spero che l’Aula capovolga questa scelta»

Approvato in commissione Affari istituzionali l’emendamento che elimina la doppia preferenza di genere. Riunita questa mattina a palazzo dei Normanni, ha espresso parere positivo alla norma proposta in due diversi emendamenti dallo stesso contenuto, uno a firma dell’Udc Gaetano Cani, l’altro dell’ex Pd (oggi Forza Italia), Francesco Rinaldi.

«Mi auguro che adesso l’Assemblea regionale capovolga questa scelta, con un voto che garantisca un vero equilibrio di genere» interviene, come anticipato da MeridioNews, la ministra per le Pari opportunità Maria Elena Boschi. «Sarebbe grave un voto contrario alla doppia preferenza di genere – aggiunge Boschi – sia per la difformità rispetto alle scelte fatte dalla legge nazionale per il rispetto del principio costituzionale della parità dei sessi, sia perché verrebbe meno l’equilibrio, quanto mai auspicato, della rappresentanza di genere».

La notizia, chiaramente, ha da subito sollevato un vespaio di polemiche. «In Sicilia – twitta la deputata Pd, Antonella Milazzo – accordo tra Cinque Stelle, Forza Italia e Sicilia Democratica cancella la preferenza di genere». A votare a favore dell’eliminazione della doppia preferenza anche due componenti della maggioranza, i deputati Nicola D’Agostino ( del Pdr di Cardinale) e Giambattista Coltraro, capogruppo di Sicilia Democratica, a cui fa capo lo stesso assessore alle autonomie locali, Luisa Lantieri (che a sua volta aveva dato parere negativo). Secondo la deputata Mariella Maggio, «l’emendamento di Cani è stato fatto proprio dal componente del M5S, perché altrimenti sarebbe decaduto».

A difendere le ragioni dell’abolizione della doppia preferenza di genere, il deputato pentastellato Matteo Mangiacavallo, che ha fatto proprio l’emendamento di Cani, altrimenti decaduto in assenza del deputato firmatario della proposta. «Se non fosse passato quello – dichiara a MeridioNews – si sarebbe discusso quello del deputato Rinaldi. Insomma, si è trattato di una pura formalità. Per quanto riguarda il merito, sulla doppia preferenza di genere ci eravamo già espressi sul voto contrario e non ne facciamo una questione di discriminazione tra sessi. Al contrario rappresentiamo una forza politica che, come dimostrano le ultime amministrative, non ha bisogno di leggi per valorizzare le figure politiche femminili. Il punto è che siamo convinti che la doppia preferenza sia un sistema che consente maggiormente il controllo del voto, proprio perché rende più individuabili le schede. Per questo abbiamo votato a favore dell’abolizione».

Restano molte le critiche per la novità che questo pomeriggio approderà in Aula, dal mondo politico e dalla società civile. Secondo Lucia Pinsone, del movimento Vox Populi Voluntas Dei, «le donne in politica fanno paura, perché la nostra capacità di rinnovare gli ambiti in cui ci muoviamo è troppo forte per chi preferirebbe che nulla cambiasse, ma se ne facciano una ragione, il progresso non può essere arrestato. Sono schierata a fianco di Alice Anselmo, presidente del gruppo parlamentare Pd all’Ars, in questa battaglia che non è solo di civiltà, ma anche di rispetto della Costituzione».

Critiche anche dall’Udi provinciale di Trapani, secondo cui è «inaccettabile che il parlamento siciliano possa scegliere di andare controtendenza rispetto a una legislazione nazionale sempre più dichiaratamente paritaria». Insomma, secondo l’Udi, «un Parlamento regionale che nega l’agibilità politica alle sue cittadine non è degno di governare». A dire la sua sulla vicenda, anche Valeria Ajovalasit, presidente di Arcidonna, secondo cui «la cosa che davvero fa più rabbia è la scandalosa motivazione, di combattere il controllo della mafia e il voto di scambio. Come tutti ricorderanno – sottolinea – prima dell’introduzione della doppia preferenza di genere in Sicilia il voto era libero e la mafia non l’ha mai controllato». C’è da scommetterci che quella di questo pomeriggio all’Ars sarà una seduta di fuoco.

Miriam Di Peri

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