Torna a ospitare gli alunni delle elementari la sede distaccata in via Giafar della scuola primaria Francesco Saverio Cavallari. Una conquista per un quartiere, lo Sperone, che attendeva da quasi venti anni che il complesso venisse recuperato dallo stato di degrado che lo ha condizionato per diverso tempo.
Stamattina il sindaco Leoluca Orlando, il vicesindaco Emilio Arcuri e l’assessora alla Scuola Barbara Evola hanno tagliato il nastro, aprendo le aule rimesse a nuovo e chiudendo un capitolo fatto di lavori lasciati a metà, ricerca di fondi e occupazioni abusive. Una storia che parte nel luglio del 1997 con la volontà dell’amministrazione comunale di ristrutturare uno dei quattro plessi che compongono il grande edificio tra le vie Emiro Giafar e Giuseppe Cirrincione, ricavandone dodici aule e spazi ricreativi, spendendo circa 900mila euro. Ma l’impresa vincitrice dell’appalto fallisce, costringendo alcune classi a essere trasferite temporaneamente all’interno di un condominio.
Prima si parla del 31 dicembre 2014, poi a settembre 2015, in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico. Ma ancora a febbraio 2016 la scuola risulta ancora chiusa, tant’è che durante la presentazione dell’accordo quadro sulla manutenzione di oltre un centinaio di edifici scolastici cittadini la Nuova Cavallari risulta ancora nell’elenco dei lavori da completare, con l’obiettivo di riaprire dopo un mese, a marzo. E si arriva così ad oggi con i festeggiamenti per una riapertura che doveva essere questione di pochi mesi e che invece si è trascinata per 19 anni, decisamente oltre ogni immaginazione, probabilmente anche per gli standard palermitani. «Questa scuola – afferma il sindaco – era diventata una ferita aperta nella città, oggi questa ferita si è rimarginata. È chiaro che non ci fermeremo qui: il prossimo passo riguarda la ristrutturazione delle altre aule».
Infatti c’è già il progetto per recuperare le sei classi mancanti, e l’obiettivo è cominciare questi lavori la prossima primavera. Intanto entro fine anno si avvierà l’iter per l’affidamento dell’appalto. «Siamo riusciti – sostiene Evola – a restituire al territorio la scuola. Il passo successivo sarà quello di lavorare insieme alla formazione di una comunità educante. Chiediamo alle mamme, agli insegnanti ed a tutti gli abitanti del quartiere di stringere un patto perché l’educazione dei bambini non è compito soltanto degli insegnanti. Quello che viene svolto all’interno delle aule, deve trovare una conferma fuori dalle aule».
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