Non c’è pace per la zona del quartiere Borgo interessata dal cantiere della Ibis srl di via Passo di Aci. Dopo le polemiche del 2012 per l’abbattimento di una villetta di pregio dei primi del ‘900 e la scomparsa dell’area verde annessa, i lavori per la costruzione di alloggi ecologici per gli studenti stranieri tornano a fare notizia. Questa volta a dare battaglia sono i residenti di uno stabile in via Furnari 31 – circa 70 persone, divise in 20 famiglie, alcune con bambini – che si sono visti recapitare un’ordinanza di sgombero a firma del sindaco Enzo Bianco. Il palazzo dove vivono sarebbe infatti pericolante fin dal momento della sua costruzione e, adesso, a ricordarlo al Comune di Catania è stato proprio il direttore dei lavori per la costruzione degli alloggi studenteschi nella confinante via Passo di Aci. Cantiere condotto per conto di un illustre medico catanese: Sergio Pedullà, chirurgo a capo del colosso della formazione scolastica e universitaria Ict, gruppo di cui la Ibis fa parte. Fondatore insieme ad Antonio Vitale di Unimed – che organizza i corsi di preparazione ai test di Medicina -, dopo la separazione con il socio, Pedullà ha fondato la Scuola Empedocle, con sede a Catania, Messina e Budapest.
La vicenda del palazzo di via Furnari comincia negli anni ’60. Quando lo stabile viene costruito con diverse difformità rispetto alla normativa del periodo. Da subito, sul palazzo pende un’ordinanza di demolizione, la ditta costruttrice fallisce e la gestione viene affidata a un curatore fallimentare. Ma la vita per gli inquilini procede come se nulla fosse. «Ci chiediamo come mai il Comune di Catania non si sia mai interessato e ora sì», dice Carmelo Granieri, uno degli inquilini del palazzo. «Mai il tribunale mi ha dato una carta, mai c’è stato un problema, poi all’improvviso, da quando sono cominciati i lavori di via Passo di Aci… Questi signori hanno fatto delle verifiche con delle foto ai nostri garage su via Furnari. Il nostro unico pensiero è che vogliano alloggiarsi nel nostro stabile che loro dicono si deve demolire», racconta il residente al sito d’informazione Iene Sicule.
«Una volta sono venuti e hanno fatto delle foto dell’interno del palazzo – conferma Granieri a CTzen – Avevano promesso di coprire un buco nel solaio, dove era caduto un po’ di intonaco, e invece non hanno fatto niente». E di un «sopralluogo presso le strutture in questione» scrive anche Agostino Presutti, l’ingegnere direttore dei lavori del cantiere di Ibis srl, nella segnalazione inviata al Comune di Catania il 2 aprile e motivata da «potenzialità di collasso strutturale direttamente evidenziabile da semplice esame visivo». Tre mesi dopo, il 17 luglio, viene emessa l’ordinanza del sindaco di sgombero. «Ma se il pericolo si vedeva a occhio nudo e, come scrive Presutti, anche in caso di movimenti sismici minori, com’è che hanno trivellato a dieci metri di profondità e a soli due metri di distanza dal nostro palazzo?», si chiede Mario Sperlinga, un altro residente di via Furnari 31.
Le trivellazioni a cui Sperlinga si riferisce sono quelle della fine del 2012, quando viene demolita una palazzina a due piani dei primi del ‘900. Una villetta di pregio, secondo alcuni cittadini, nota anche perché di proprietà della famiglia della senatrice Pd Anna Finocchiaro e un tempo sede del comitato elettorale della stessa. Venduta nel 2012 alla Ibis srl – società che si occupa di formazione e attività nel settore turistico – e subito abbattuta per fare spazio a un progetto che prometteva di essere il primo in Europa nel suo genere. Una serie di alloggi e un parcheggio interrato per gli studenti stranieri di Medicina. Il target storico di Sergio Pedullà, a capo del gruppo Ict – di cui la Ibis srl fa parte -, un impero basato sul metodo di preparazione ai test di accesso alla facoltà universitaria di Medicina ideato dal noto chirurgo. «So che stiamo facendo qualcosa di bello e unico. Ad alcuni potrà anche non piacere, ma sarà qualcosa di buono per la città», raccontava Pedullà a CTzen all’inizio dei lavori.
Che di sicuro non piacciono ai vicini di via Furnari 31. «Noi sappiamo che l’edificio è fatiscente, degradato e non a norma, non ci nascondiamo di certo – continua Sperlinga – Ma vorremmo capire come mai il Comune ci pensa proprio adesso, su segnalazione di un privato». Una domanda che, secondo lo staff del sindaco Enzo Bianco, va rovesciata: perché non prima? A fronte di un’ordinanza di demolizione vecchia di cinquant’anni e sepolta negli uffici comunali, la segnalazione della Ibis srl avrebbe fatto scattare l’obbligo di intervento per l’amministrazione. «Ma non è neanche possibile buttarci fuori dall’oggi a domani, promettendoci solo cinque giorni in un bed and breakfast – conclude Sperlinga – Noi speriamo di vivere un po’ più di cinque giorni». Una promessa rimodulata oggi dopo un incontro tra i residenti e il capo di gabinetto del sindaco Massimo Rosso: «Ci hanno detto che non ci sono alloggi comunali disponibili e ci hanno offerto un buono di 250 euro al mese per due anni. Ma, ora che io sono disoccupato, come faccio a parte tutto il resto?», si chiede Granieri.
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