Spunta un superteste nelle indagini sul duplice omicidio di Vincenzo Bontà e Giuseppe Vela, uccisi a colpi di arma da fuoco ieri in via Falsomiele a Palermo. Il testimone, interrogato dalla polizia, sarebbe un passante che, sentiti gli spari, ha accostato la propria auto per vedere cosa stesse succedendo. Ha raccontato agli investigatori di aver visto riflesso nello specchietto retrovisore un uomo alto sparare il colpo di grazia alla nuca di Bontà. La descrizione del killer corrisponderebbe a quella di Carlo Gregoli, fermato nella serata di ieri insieme alla moglie Adele.
«L’uomo che ha sparato era dell’età di 50-55 anni – racconta il teste agli agenti – alto un metro e 80, corporatura normale, capelli con taglio regolare, credo brizzolati. Indossava un giaccone scuro e impugnava la pistola. L’uomo armato, che mi dava le spalle, sparava contro un altro uomo che gli veniva di fronte: i due erano distanti l’uno dall’altro circa tre metri». Secondo la testimonianza, infine, l’uomo armato avrebbe continuato a sparare anche dopo che la vittima era caduta a terra esanime.
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