Ad agosto 2014, l’annuncio: «Entro un anno Catania dovrebbe avere un nuovo, grande contenitore culturale nell’ex convento dei padri Crociferi, lungo l’omonima via». Dopo 13 mesi e un impegno di spesa che nel tempo ha superato i tre milioni di euro, le dichiarazioni del sindaco Enzo Bianco sono rimaste nel campo delle ipotesi. L’edificio nel cuore della strada barocca, infatti, si trova in condizioni di abbandono e senza sorveglianza. Qualcuno ha scardinato la porta di accesso al cantiere ed è molto facile entrare all’interno dell’ex convento, a lungo sede della Cisl. E così dietro le barriere, anziché le file di turisti e visitatori, fanno mostra di sé solo le erbacce.
La conversione dell’ex convento parte nel 2011, quando a vestire la fascia tricolore è Raffaele Stancanelli. L’edificio non fa direttamente parte dell’elenco dei palazzi nominati beni Unesco, ma si affaccia direttamente sulla strada barocca ed è considerato un punto strategico dal punto di vista turistico. All’epoca vengono spesi due milioni e mezzo di euro per avviare il progetto, finanziato dalla Protezione civile. Ma i lavori – nonostante il cantiere in fase avanzata – non si concludono entro la scadenza prevista di giugno 2014.
Cambiata la giunta, a febbraio 2014 vengono ottenuti altri soldi regionali. «Un finanziamento di oltre quattro milioni di euro di un fondo (Piano d’azione e coesione) per interventi di riqualificazione urbana». Da qui, garantisce ad agosto Bianco, viene tratto un milione di euro da investire per «finanziare l’ultimazione del restauro».
La struttura dovrebbe diventare un nuovo elemento del polo museale catanese, andandosi ad aggiungere al museo civico del Castello Ursino. In via Crociferi dovrebbe essere esposto il patrimonio di opere d’arte che al momento si trova nei magazzini comunali del maniero. Ma all’ombra della strada patrimonio dell’umanità, dopo le dichiarazioni dei vertici di palazzo degli Elefanti poco è cambiato. Nonostante le speranze dell’assessore Orazio Licandro che un anno fa scongiurava il timore che l’ex convento diventasse «l’ennesima incompiuta».
Ed è proprio l’assessore alla Cultura che, con una nota inviata a questa redazione, precisa: «A proposito del presunto abbandono dei lavori di restauro dell’ex Convento dei Crociferi, si precisa che la precedente Amministrazione riuscì a ottenere nel 2011 un finanziamento di circa due milioni e mezzo dalla protezione civile. Tuttavia, la sovrintendenza intervenuta nel merito del progetto stesso impose una serie di lavori di restauro lapideo per la salvaguardia e la valorizzazione dell’edificio. Tali lavori non previsti nel progetto originale hanno comportato insufficienza di risorse e un rallentamento nell’erogazione dei fondi da parte della protezione civile».
«Risulta singolare, dunque – prosegue Licandro – il tentativo di nascondere la buona notizia, e cioè che l’amministrazione Bianco, con la consegna degli esecutivi nei tempi previsti, sia riuscita ad accedere, nell’agosto 2015, al finanziamento di un ulteriore milione di euro destinato al completamento del secondo livello, essendo il primo livello del tutto completato. È inoltre errato l’importo complessivo, in quanto l’ammontare complessivo del finanziamento per l’intero restauro è di 3,5 milioni di euro. Infine, è infondato sostenere l’abbandono in quanto è in atto il cantiere affidato alla custodia dell’impresa con videosorveglianza, cosa peraltro documentata dalle stesse foto, con le quali si vorrebbe sostenere il contrario, perché documentano non le condizioni della struttura ma lo stato della palizzata esterna del cantiere stesso».
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