La storia non può rimanere chiusa in un cassetto. Soprattutto quando racconta una tradizione a cui i siciliani sono molto legati, quale la pesca del tonno, attorno a cui, per anni, sono ruotate tutte le attività dell’isola. Che oggi si arricchisce di un nuovo museo storico dedicato alla tonnara di Vendicari, inaugurato ieri al Casale Modica, sulla provinciale 26 tra Rosolini e Pachino e che sarà visitabile su prenotazione.
L’iniziativa è della famiglia Modica di San Giovanni che, dopo aver ristrutturato lo stabile e il caseggiato avuti in eredità, ha deciso di dare continuità a una storia cominciata negli anni Venti del Novecento e che oggi, dopo un secolo, rivive grazie a un contributo della comunità e a un investimento della famiglia. «Mi sono trasferito in Sicilia con la mia famiglia nel 2001 e nel 2003, quando è venuto a mancare mio papà, abbiamo ereditato il casale – racconta Michele Modica a MeridioNews -. Per noi la tonnara è sempre stata un posto di famiglia, dove spesso andavamo da bambini, e oggi vogliamo non solo dare valore all’impegno del mio bisnonno, Antonino Modica Munafò, che ha sempre valorizzato Vendicari come luogo strategico per l’economia del territorio, ma anche condividere con la comunità più di cinquant’anni di storia, documenti, fotografie, manufatti, attrezzi e utensili per ricostruire la vita attorno alla tonnara».
Un po’ come in un gioco di società, la famiglia ha ricostruito pezzo per pezzo la storia, attraverso i numerosi documenti e i racconti diretti dei familiari. «Qualcosa ci arrivava dalla zia che abitava prima qui ed era la sorella di mio nonno, altre storie le raccontavano i miei genitori, è sempre stato un argomento molto sentito per la mia famiglia, anche se l’esproprio da parte della Regione negli anni ’80 (che ha reso Vendicari riserva naturale, ndr) ha rappresentato per noi un dolore. Ma continuiamo a sentirci legati al posto e vogliamo dare il nostro contributo a questo territorio riconoscendo l’importanza di questo luogo». Il sito potrebbe attirare l’attenzione non solo dei siciliani, ma anche di turisti da tutto il mondo. «È importante sotto diversi punti di vista, da quello didattico perché raccontiamo la storia delle tonnare e di quando e come avveniva la pesca, a quello storico perché abbiamo documenti sugli scambi commerciali del periodo e su come avvenivano, sulle prime fabbriche degli anni Venti e Trenta e su come funzionavano fabbriche e imprese».
A raccontare tutte queste storie saranno non solo le guide del territorio, ma anche i familiari stessi. «Abbiamo cercato di rendere il museo più parlante possibile, con didascalie dettagliate e, magari, audioguide in più lingue di cui potremmo dotarci in futuro, anche perché molti preferiscono girare autonomamente. Ma, in linea di massima – conclude Modica – ci rendiamo tutti disponibili per i nostri visitatori».
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