Vecchia Dogana, l’infopoint turistico lascia gli uffici «La discoteca porta degrado, igiene improponibile»

«La trasformazione della struttura da polo aggregatore del turismo crocieristico in nightclub […] ha comportato un notevole degrado dei luoghi e la chiusura di fatto di un ingresso per i turisti». Inizia così la nota con la quale Ettore De Salvo, dirigente del servizio Turismo della Città metropolitana di Catania, chiede di rescindere il contratto di locazione di un box informativo dell’ente all’interno della Vecchia dogana, in seguito al cambiamento di alcune condizioni che – secondo i lavoratori dell’ufficio – avrebbero reso impossibile la permanenza all’interno della struttura. A denunciarlo, questa mattina, il movimento Catania Bene Comune che, per mezzo del suo portavoce Matteo Iannitti, chiede l’intervento «immediato delle autorità competenti per ripristinare i locali e restituirli alla loro funzione originaria, su cui esistono inaggirabili vincoli».

La progressiva chiusura delle botteghe con prodotti tipici e lo svuotamento di fatto della struttura, oltre a far venir meno la ragion d’essere dell’ufficio per il turismo, avrebbero lasciato i locali interni in condizioni precarie. «I dipendenti impiegati nell’infopoint – continua il dirigente – non hanno più la possibilità di venire a contatto con l’utenza e vivono in condizioni igieniche assolutamente improponibili». Per questo il funzionario, con una lettera ufficiale, chiede al collega Salvatore Roberti, dirigente del servizio Patrimonio, di valutare la possibilità di recedere dal contratto con la struttura portuale. Proponendo inoltre di «addebitare alla società che gestisce Vecchia dogana il danno che tale chiusura arreca a questo ente, messo nell’impossibilità di esercitare una delle competenze attribuitegli dalla normativa vigente». Se sulla seconda idea non ci sono riscontri, per quanto riguarda la parole fine sull’affitto dell’ufficio Turismo è lo stesso Roberti a inviare una lettera di recesso del contratto.

La struttura della Vecchia dogana è di proprietà dell’autorità portuale di Catania ed è stata ristrutturata in project financing col Comune etneo e i privati con l’obiettivo di trasformarla in punto di attrazione per cittadini, visitatori e crocieristi. Con un decreto datato 2006, la Regione Sicilia stanzia tre milioni di euro da destinare all’autorità portuale etnea per la realizzazione del progetto di «recupero e ristrutturazione dell’edificio denominato ex Vecchia dogana». Soldi ai quali si sono aggiunti gli interventi dell’associazione temporanea di imprese con capofila la Evirfin spa, della famiglia Virlinzi, assieme a Keynesia srl, Operes srl e Cpc spa.

La società Vecchia dogana spa viene successivamente rilevata dall’imprenditore Mario Paoluzi, amico e socio dei Virlinzi, che «decide di concedere buona parte dei locali a una discoteca», si legge nella nota diffusa alla stampa dal comitato No Pua che aveva denunciato già a marzo la trasformazione d’uso dei locali. «All’ingresso non ci sono più gli sportelli turistici ma i botteghini per pagare l’ingresso alla discoteca. La corte ovest è occupata da un enorme palco fisso. I pochi uffici rimasti devono fare i conti, anche la mattina, con i soundcheck per la serata».

Il riferimento è a Ecs Dogana club, gestita dal 30 ottobre 2015 da Rosario Coniglione, imprenditore del settore già noto per essere, assieme al fratello, titolare della discoteca Stone. Su quest’ultimo locale non risultano aperte indagini ma, secondo un’intercettazione registrata dagli inquirenti, sarebbe nelle disponibilità di Andrea Nizza, latitante esponente di spicco del clan Santapaola. Affermazione smentita dal legale di Coniglione, Salvatore Di Dio, che sottolinea come i suoi clienti non siano mai stati coinvolti nell’inchiesta. Direttore artistico è invece Alessandro Scardilli, volto noto delle serate musicali catanesi: gestore dell’Ecs Vela, storico pr del Ma e organizzatore anche all’Ikebana e al Marabù

Dopo il successo del concerto dei Subsonica, svolto nella corte principale della struttura, l’ex commissario straordinario dell’autorità portuale Cosimo Indaco aveva parlato di «attività musicali svolte senza permessi». Il nuovo commissario, l’ammiraglio Nunzio Martello, si era spinto oltre e aveva parlato dell’ipotesi di chiudere la discoteca. «Mi sto impegnando in questi giorni per verificare gli atti – spiegava a maggio a MeridioNews – ma posso dire sin da subito che lo scopo principale della Vecchia dogana non deve essere la discoteca, che vorrei finisse sin da subito le sue attività». 

Mattia S. Gangi

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