Ancora un raid vandalico con furto, il quarto in due mese, subito dal centro Padre Nostro di vicolo Salvatore Cappello, a Brancaccio, fondato da don Pino Puglisi. I malfattori hanno di nuovo preso di mira il campo sportivo della struttura, rubando un’altra parte della recinzione. In precedenza erano state sottratte altre porzioni della protezione della struttura. Adesso resta una minima parte della rete metallica.
Amaro e ironico allo stesso tempo il commento del direttore del centro, Maurizio Artale, che si rivolge a quelli che definisce i soliti noti, che avevano già colpito il 10 e il 24 febbraio e il 27 marzo: «Vi chiedo se gentilmente poteste rubare in un’unica azione quanto di vostro interesse», dice, «in modo da evitarmi di andare a sporgere regolare denuncia alle forze dell’ordine, sprecando del tempo prezioso che volentieri dedicherei alle persone che, come voi, in passato hanno sbagliato, ma che hanno dimostrato di volersi riscattare».
Artale chiede maggiore impegno alle istituzioni: «Non si può consentire che, nonostante le denunce, un centro venga vandalizzato quattro volte in trenta giorni. Questi ragazzi maturano un senso di impunità che diventa anticamera dell’ingresso nella mafia. Non si può pensare solo alla cattura di Messina Denaro, il contrasto alla criminalità si fa ogni giorno reprimendo anche le i reati comuni».
Per tutelarsi da episodi come quest’ultimo, che si verificano con sempre maggiore frequenza, il presidente del centro ha predisposto un impianto di videosorveglianza, che però non è ancora funzionante a causa della mancata attivazione della linea adsl: «Sono stati fatti tre sopralluoghi, non capisco perchè si perda tutto questo tempo», dice Artale. «Speriamo che la questione si risolva al più presto, le telecamere ci servono per disincentivare furti e atti vandalici».
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