Valverde fa ancora i conti con le conseguenze delle ultime piogge. Dopo la voragine formatasi nei giorni scorsi – che ha riportato i cittadini indietro nel tempo al 2015 – stavolta a finire sotto i riflettori è il Santuario che campeggia sulla centralissima piazza del Comune etneo. Il luogo è ormai oggetto di attenzioni degli esperti e fonte di preoccupazione da parte dei cittadini, allarmati dallo stato precario in cui versano alcuni elementi strutturali e parte della pavimentazione: sia sulla piazza che nei pressi della vicina chiesa. Oggi il sindaco ha deciso di interdire momentaneamente l’accesso al pubblico all’edificio dedicato alla Madonna, sulla scorta dei rilevamenti effettuati dai vigili del fuoco che hanno definito «inagibile» il luogo di culto.
Continuano a fare discutere, quindi, le condizioni del santuario di Valverde, già sotto la lente d’ingrandimento alla fine dello scorso anno. A dicembre il primo cittadino Rosario D’Agata interdiva parti del convento. Successivamente, a febbraio, l’ordinanza con cui lo stesso primo cittadino intimava alla Curia, a cui spetta la manutenzione del santuario, di intervenire. Nella struttura veniva rilevato un «dissesto statico evidenziato da un profondo quadro fessurativo». Nei mesi seguenti, i padri agostiniani che risiedono all’interno del convento hanno cercato di contenere le crepe, ormai vistose, ma sulla piazza e fuori dalla struttura continuano a dominare impalcature e materiale di contenimento. Quest’inverno poco sembra essere cambiato: le piogge continuano a evidenziare le criticità, mentre i cittadini sono in cerca di chiarimenti da parte degli organi competenti. «Sono due anni che chiediamo risposte concrete – afferma una giovane valverdese -. Ci domandiamo se questa piazza e la chiesa siano agibili o meno: fino a due settimane prima che si creasse l’ultima voragine c’era un palco montato sullo stesso punto. In più a settembre ci sono stati i festeggiamenti della Madonna».
A queste dichiarazioni fa eco un’altra donna: «Quando anni fa c’è stata la prima voragine, le preoccupazioni dei cittadini sono state sottostimate – racconta -. Gli esperti dicevano che non si sarebbe concluso lì il problema. Non c’è stato dialogo con il sindaco: eravamo disposti pure ad andare a Palermo per portare avanti le nostre ragioni». Da parte sua, il sindaco Rosario D’Agata parla di chiusura momentanea del santuario. «I vigili del fuoco hanno dato dei pareri sulla base di alcuni rilevamenti visivi – dichiara -. Mi dicono che ci sono problemi per quanto riguarda l’agibilità, così hanno delegato noi per alcuni interventi». D’Agata assicura che l’amministrazione è già a lavoro. «Domani saranno realizzati degli accertamenti col geo-radar e vedremo se potere rassicurare la comunità».
Il primo cittadino poi si concentra sui provvedimenti legati alla piazza e al santuario che vanno avanti da marzo: «A marzo abbiamo effettuato delle analisi strutturali a nostre spese, esami che abbiamo sottoposto sia alla Curia che alla protezione civile – sostiene – Da allora cerchiamo di collaborare con tutti gli enti coinvolti e interveniamo come possiamo». A essere chiamata in causa è anche la Curia, alla quale spetta il patrocinio sul complesso religioso. Dalla diocesi di Acireale fanno sapere di essere a conoscenza della questione. Da quanto afferma lo stesso ufficio diocesano ai Beni culturali, gli esperti incaricati dalla Curia stanno implementando il progetto di consolidamento che già era stato pensato l’anno scorso: un piano realizzato con i fondi dell’Otto per mille.
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