Valverde, discarica di amianto e rifiuti ingombranti  Consigliera denuncia. Il sindaco: «Provvederemo»

Coperture in amianto, materiale di risulta e rifiuti ingombranti: è il ritratto di via Nociazze, strada al confine tra Valverde e Aci Sant’Antonio. Secondo quanto affermano i cittadini, la discarica a cielo aperto è lì da mesi e non smette di essere alimentata. «Quella di via Nociazze è diventata una cosa insostenibile – afferma un cittadino -. Questa discarica è presente almeno da ottobre ed è anomalo che gli operatori comunali non intervengano».

Le lamentele dei cittadini sono arrivate anche in Consiglio comunale. Il 3 febbraio scorso la consigliera di opposizione Anna Maravigna prende di petto la questione, presentando una denuncia alla polizia municipale. Le autorità fanno i rilevamenti sul posto, ma a oggi, dopo un mese, nulla pare essere cambiato. Quindi la rappresentante della lista civica Insieme per Valverde torna all’attacco. «Prima della denuncia – dice – l’amministrazione faceva finta di non essere a conoscenza del problema. Ma nonostante tutto non è stato fatto nulla».

L’inciviltà non si ferma nemmeno davanti alla scritta «Area sottoposta a videosorveglianza», riportata dal cartello all’ingresso della via. Gli scaricatori di rifiuti agiscono liberamente, forse perché consapevoli che qualcosa nel servizio di videosorveglianza pare non funzionare. Eppure le telecamere erano state previste dall’ex sindaco Angelo Spina. Uno scenario che fa riflettere e catapulta le responsabilità fino all’attuale primo cittadino Rosario D’Agata. Il quale si dice dispiaciuto di certi comportamenti: «Le telecamere, oltre al costo elevato, riteniamo che non siano l’unica soluzione per porre fine all’inciviltà di qualcuno», afferma a MeridioNews.

Osservando l’area, pare proprio che le telecamere siano state manomesse da qualcuno. Sta di fatto che lo stesso D’Agata ribatte alla consigliera Maravigna: «Smaltire l’amianto non è facile, è un problema che si riscontra in tutti i comuni – continua -. Visto che via Nociazze è confinante con Aci Sant’Antonio stiamo provvedendo a elevare un muro che renda difficile la vita a chi voglia scaricare amianto e altri rifiuti, a breve inizieremo i lavori». Dalla città santantonese confermano le parole di D’Agata. L’assessore alle Opere pubbliche Sebastiano Raneri fa sapere che una settimana fa si è svolto un incontro con i vigili urbani di Valverde per realizzare l’opera: «Abbiamo pensato di alzare un muro dell’altezza di due metri e mezzo con una rete sopra la costruzione. Poi installare qualche telecamera, perché quelle di prima pare siano state manomesse». «Prima però dobbiamo realizzare il muro, altrimenti il giorno dopo torna tutto come prima», conclude l’assessore Raneri. La soluzione concordata tra i due enti vedrà la compartecipazione nelle somme da investire.

Intanto, in città, i rifiuti si accumulano anche in altre zone. Segnalazioni arrivano dalla frazione di Maugeri e nelle contrade della zona Belfiore. «Nelle zone isolate ci sono vasche di amianto. Senza contare i rifiuti sparsi per la città, sintomo di una gestione non proprio efficiente – afferma un residente -. L’amministrazione non fa multe per non risultare impopolare». Risponde il sindaco: «Credo che la maggior parte della città sia dell’idea che il conferimento funzioni. Dobbiamo fare i conti con le lamentele di due, tre persone». Discariche che comunque permangono, per quanto isolate. Inoltre Valverde pare ancora non avere un piano comunale amianto che permetta all’ente di censire e, quindi, smaltire l’eternit presente in città, nonostante nel 2015 il sindaco D’Agata avesse promosso un incontro per illustrare la legge 10 del 2014, che regolamenta lo smaltimento dell’eternit. «Sappiamo bene della presenza di qualche discarica di eternit – afferma D’Agata – Stiamo prendendo i dovuti provvedimenti». Con riferimento alla tettoia di un immobile che campeggia sulla piazza principale, il sindaco valverdese prende ancora posizione:  «La copertura presente in centro è di competenza dei privati e oltre a una diffida possiamo fare poco».

Carmelo Lombardo

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