Valle dell’Oreto candidata per I luoghi del cuore «Con i fondi Fai si potrebbe bonificare la foce»

Una campagna promozionale per sostenere la candidatura della Valle dell’Oreto per il censimento nazionale I luoghi del cuore, il concorso promosso dal Fondo ambientale italiano, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, giunto alla sua ottava edizione. Con questa manifestazione, il Fai chiede a tutti i cittadini di segnalare i piccoli e grandi tesori del territorio nazionale che vorrebbero salvare. L’iniziativa di sostegno alla candidatura della Valle dell’Oreto, con la collaborazione di Cristina Alga e il museo mare memoria viva, è nata in questi giorni sul web e sui social network, e mira a raccogliere voti per portare il sito ambientale in alto alla classifica, così da ottenere uno dei finanziamenti che il Fai destina ai vincitori, con cifre che arrivano anche a 40 mila euro.  «L’idea mi è venuta qualche tempo fa – spiega Salvatore Bucchieri, promotore dell’iniziativa – quando ho visto una petizione online per salvare la Valle dell’Oreto. C’era già un progetto della Provincia per fare dell’area un parco fluviale, che poi, però, con tutto quello che è successo con la riforma degli enti locali, si è perso».

Ma quali sono le motivazioni che hanno portato alla scelta di candidare il sito ambientale? «L’intenzione è quella di convogliare sulla Valle dell’Oreto i voti al fine di portare alla ribalta la necessità di bonifica e riqualificazione», dice Bucchieri. «I vantaggi sarebbero molteplici, dalla rivalutazione urbana delle parti della città limitrofe alla valle e la rimozione di quella che oggi è diventata una fonte di inquinamento, con gli scarichi provenienti dalle zone di Altofonte e Monreale».

L’auspicio è di attirare la maggiore attenzione possibile da parte dei palermitani. C’è tempo fino al 30 novembre per votare, sia online che nei luoghi in cui verrà predisposta la scheda cartacea dedicata, tra questi l’associazione Quarto Tempo, in via Bara all’Olivella: «Siamo entusiasti di partecipare a questa iniziativa di recupero ambientale e culturale di uno dei luoghi ai quali i cittadini sono più affezionati», dice il presidente dell’associazione Alessandro Valenziano, che aggiunge: «Presto avremo i punti di raccolta disponibili nella nostra sede». 

Ci sono dei precedenti siciliani che fanno ben sperare: «L’anno scorso, tra i siti vincitori c’è stato il castello di Calatubo – conclude Bucchieri – che è stato rimesso in sesto. Lo stesso è successo per la Scala dei turchi, nella costa agrigentina: il Fai si è impegnato sia per l’abbattimento dell’ecomostro che si trovava in quella zona e, da qualche settimana, è stato realizzato un belvedere per guardare il panorama».

Manlio Melluso

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