Valle del Mela, dove si muore di cancro a norma di legge

Sullo scempio, in atto, nella Valle del Mela, in provincia di Messina, dove migliaia di persone vengono ogni giorno massacrate da onde elettromagnetiche (ma anche da altre forme di inquinamento ambientale), registriamo un lungo comunicato stampa che spiega, per filo e per segno, tutto quello che sta succedendo in questo angolo della Sicilia dimenticato da tutte le autorità.

Il documento porta la firma del ‘Coordinamento ambientale tutela del Tirreno’. Un comunicato dii approfondimento nel quale si fa chiarezza sull’elettrodotto che Terna sta realizzando in queste contrade, in barba alla salute degli abitanti di questo angolo della Sicilia, in barba alle norme di tutela di una scalcagnata Unione Europea (che si fa sentire solo quando c’è da fare ingrassare banche o finanziari ‘banditi’) e in barba a una mozione approvata dal Parlamento siciliano.

“Registriamo preoccupati – si legge nel documento – in questi ultimi tempi, a diversi interventi aventi come argomento la realizzazione dell’Elettrodotto Terna, a 380 KV, Sorgente Rizziconi, tratto aereo Villafranca Tirrena San Filippo del Mela, tutti favorevoli alla sua realizzazione attribuendo ad essa in maniera acritica il ruolo miracolistico di abbassamento dei costi dell’energia in Sicilia”.

“Si trascurano sempre invece gli altri fattori, la cui soluzione è invece senz’altro prioritaria rispetto al Sorgente-Rizziconi – si legge sempre nel comunicato – e sono tutti legati al mancato ammodernamento delle centrali siciliane e alle condizioni della rete regionale, che non potrebbe mai sopportare un ulteriore trasporto interno di energia elettrica, perché già oggi non ne consente un libero flusso. Si ha la sensazione di una campagna suggerita e ben orchestrata da Terna per piegare la resistenza delle popolazioni e delle associazioni che contrastano le scelte progettuali adottate per la realizzazione dell’Elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi. Una campagna intrisa di servilismo e pronta ad assecondare i grandi gruppi economici come se fossero enti di beneficenza che elargiscono vantaggi”.

Un campagna, aggiungiamo noi, non ostacolata da una politica siciliana che, con la sola eccezione del Movimento 5 Stelle – unica formazione politica che difende la popolazione della valle del Mela – rimane, nel complesso, ‘ascara’, cioè venduta ai poteri forti.

“Bisogna subito sgombrare il campo da una falsità – dicono i protagonisti del ‘Coordinamento ambientale tutela del Tirreno’ -: nessun ritardo può essere imputato alla protesta delle popolazioni e associazioni che contestano il progetto; la Società Terna, in occasione dei confronti, si è sempre rifiutata di sospendere i lavori, anche per un’ora. La responsabilità dei ritardi, se ritardi ci sono, è da attribuire esclusivamente alla società Terna”.

“Uno dei motivi – prosegue la nota – è certamente la scelta del sito per la realizzazione della nuova Stazione elettrica di Villafranca Tirrena,come si evince dalla foto che si allega. Terna è stata costretta ad intervenire su tutta la montagna franata per tentare di arginare il dissesto, provocato non tanto dagli eventi meteorici del novembre 2011, quanto piuttosto dagli scavi effettuati incautamente ai piedi del versante, sottovalutando le problematiche di instabilità legate alla presenza dei gessi e argille del Messiniano e del Tortoniano. Una localizzazione certamente sbagliata, perché il sito si presenta senza soluzione di continuità rispetto all’area limitrofa dei ‘Calanchi di Serro’, posta sotto tutela già nel 2008 per la presenza diffusa di fenomeni calanchivi”.

“I Signori dell’energia”, insomma, oltre che mettere in pericolo la vita di migliaia di siciliani, stanno anche sfasciando l’ambiente. Il tutto sotto gli occhi di una Regione – con particolare riferimento all’assessorato al Territorio e Ambiente – che invece di fare gli interessi della nostra terra fa gli interessi dei potenti di turno. Lo ha fatto con il Muos di Niscemi e lo sta facendo anche con l’elettrodotto della valle del Mela.

“Eppure – leggiamo sempre nel comunicato – nonostante la complessità delle opere e il fatto che siamo in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, in Zona di Protezione Speciale e sul confine di un Sito di Importanza Comunitaria, l’intervento non è stato sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale, nemmeno a seguito della prescrizione del Genio Civile di realizzare una strada d’accesso”.

“Ma questo – prosegue la nota – non è tutto, anzi. Senza elencare il folto numero di criticità, basta citare il fatto che, come risulta dal verbale della seduta dell’Assemblea regionale siciliana del 6 marzo scorso, la realizzazione del tratto aereo dell’elettrodotto è stata avviata senza la verifica di ottemperanza sul progetto esecutivo”.

“Il progetto di elettrodotto viola il divieto di costruire nuovi elettrodotti aerei, previsto nel Piano di Gestione della ZPS approvato dall’assessorato regionale al Territorio e Ambiente; l’elettrodotto che si vuole realizzare è in contrasto con le norme di salvaguardia del Piano paesaggistico dell’Ambito 9, previste dall’art. 143 del Dlgs 42/04, meglio noto come Codice Urbani. Qualcuno ci vuole spiegare perché Terna non deve rispettare le leggi comunitarie, nazionali e regionali? Oppure basta sventolare somme compensative per superare tutte le norme in contrasto con l’opera?”.

Questo, forse, lo dovrebbe spiegare il Governo regionale di Rosario Crocetta, che, anche in questa storia, ha solo venduto fumo senza ‘arrosto’. La verità è che in Sicilia chi arriva si fa i fatti propri (la dizione, in verità, sarebbe un’altra…).

I militari americani stanno realizzando il Muos, i milanesi tangono le raffinerie ad Augusta, A Milazzo troviamo ogni forma di inquinamento possibile e immaginabile. Gela è un inferno. L’area industriale di Siracusa idem. A Porto Empedocle, a due passi dalla Valle dei Templi di Agrigento vorrebbero realizzare un rigassificatore. Perché Terna non dovrebbe fare i propri comodi nella valle del Mela? E infatti fa quello che vuole.

Addirittura, a proposito di questo assurdo elettrodotto, si raccontano anche bugie.

“Quanto alle considerazioni sui presunti danni economici dovuti alla mancata realizzazione dell’opera – leggiamo infatti nel comunicato – a maggior ragione dovrebbe presentarsi il conto a Terna, perché, se l’opera è di interesse nazionale, a maggior ragione la progettazione e l’esecuzione dovrebbero seguire un criterio di assoluto rigore e non basarsi sul fatto che, essendo l’opera importante, si chiede alle varie istituzioni di chiudere gli occhi”.

“E’ sconcertante che da tutti questi cultori dell’energia e del risparmio – prosegue la nota – da farsi sulla nostra pelle, non si fa cenno ai problemi della salute e dell’ambiente delle popolazioni interessate. La società Terna, con tutti gli improvvisati lacchè, fa finta di non sapere che dal 2002, la Valle del Mela interessata al passaggio dell’elettrodotto è stata dichiarata Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale; orbene su questo territorio, tristemente noto per l’aumento spropositato delle patologie tumorali, è necessario intervenire con piani di risanamento e giammai con l’installazione di altre fonti di inquinamento la cui sommatoria con l’esistente diventa devastante. Sull’argomento non leggiamo ancora una sola parola, nemmeno da parte del Governo regionale, sul silenziamento nel 2009 dell’Ufficio Speciale per l’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, in occasione della valutazione da parte della Regione Sicilia del progetto dell’Elettrodotto Sorgente-Rizziconi”.

Anche in questo caso – e questa volta non siamo solo noi ad affermarlo – si registra l’atteggiamento alla don Abbondio del Governo Crocetta, che, fino ad oggi, ha prodotto solo chiacchiere. Per non parlare di quello che resta della sinistra siciliana, interessata solo a ‘chiudere’ affari e completamente assente in questa vicenda, a parte alcuni esponenti politici che parlano a titolo personale. Gli unici a difendere questo angolo della Sicilia e chi vi abita – lo ribadiamo – sono militanti e i parlamentari del Movimento 5 Stelle.

Un’altra bugia che circola su questo elettrodotto sarebbe la valenza strategica di tale opera. Anche su questo punto il comunicato fa chiarezza: “Risibile e ridicola – leggiamo – appare la tanto decantata interconnessione elettrica della Sicilia con il continente; Terna dimentica di dire che il “ponte dell’energia” (così fu annunciato dall’allora Ministro Stefania Prestigiacomo) serve solo a collegare la Sicilia alla vicina Calabria, non esistendo una adeguata interconnessione di questa regione con il resto della Penisola: in poche parole, si sta nascondendo il fatto che la Sicilia, che ha già una produzione di energia in esubero, viene chiamata a smaltire il surplus di energia del 78%, dichiarato per la Regione Calabria già dal 2008. Si continua ad ignorare che il basso costo dell’energia prodotta in Calabria è dovuto essenzialmente all’incredibile surplus di produzione già citato e all’uso del carbone: questo significa che la Sicilia è chiamata a risolvere gli errori di pianificazione della Calabria e le scelte ambientali sbagliate”.

“Ma questo poco importa a Terna – prosegue la nota – che impianta tralicci e cavi e produce utili solo installando questi nuovi mostri. Sfugge a Terna, ma sfugge anche a tutti i nostri amministratori, che per attraversare lo Stretto di Messina tutte le reti energetiche sono convogliate verso la cuspide nord-orientale della Sicilia; una colpevole mancanza di pianificazione che imprigiona i centri collinari e quelli della Valle del Mela in una maglia di elettrodotti a 380, 220, 150 KV, abbinati a ben tre metanodotti, che vanno ad aggiungersi a ferrovia e autostrada per sconvolgere e degradare un pregevole territorio”.

“Quanto poi all’intervento dell’Antitrust – leggiamo sempre nella nota – riservandoci di segnalarne il comportamento alla Commissione Europea, ci chiediamo: a che titolo interviene addirittura su una mozione approvata a larghissima maggioranza dall’Assemblea regionale siciliana che si limita a chiedere che le criticità del progetto, legate agli aspetti sanitari e a norme ambientali vigenti nella Regione, vengano superate con una scelta più consona alle giuste esigenze della popolazione?”.

Una parte del comunicato è dedicata a una delle ultime ‘stronzate’ della politica siciliana: l’aver aggiunto alla dizione “Assessorato regionale ai Beni culturali”R la cosiddetta “Identità siciliana”. Ora se questa ‘precisazione’ aggiuntiva avesse fatto riferimento all’identità ‘ascara’ dei politici siciliani che hanno svenduto e che continuano a svendere la Sicilia ora per il Muos di Niscemi, ora per i rgassificatore di Porto Empedocle, ora per l’elettrodotto Terna, beh, ciò avrebbe avuto un senso. Ma richiamarsi a una ‘presunta’ identità siciliana e poi avallare la svendita di ‘pezzi’ ella Sicilia è ridicolo.

“Davanti al dio denaro – scrivono giustamente i protagonisti el ‘Coordinamento ambientale tutela del Tirreno’ – la salute (degli altri), il paesaggio, la natura e la identità stessa delle popolazioni, per la quale si è pomposamente denominato un assessorato regionale, devono sempre cedere il passo, alla faccia del principio comunitario di precauzione, della Direttiva Habitat e di tutte le belle leggi dello Stato italiano, per le quali continua a prevalere l’interpretazione, piuttosto che l’applicazione, quando si tratta di potentati economici”.

“Per quanto sopra, nonostante da oltre due mesi l’Assemblea regionale abbia approvato, quasi ad unanimità, una mozione che impone al Governo regionale di attivarsi per la modifica del progetto nei punti critici contestati dalle popolazioni – conclude la nota – assistiamo ad una colpevole inerzia degli organi regionali che hanno il dovere di garantire la tutela della salute, la salvaguardia dell’integrità del territorio, il rispetto della legge in particolar modo delle leggi regionali poste a garanzia di un giusto progresso delle nostre comunità. Se si vuole fare gli strumenti ci sono”.

Il problema è che chi governa la Sicilia, al di là degli affari e delle chiacchiere, non vuole fare nulla. E i risultati si vedono.

 

Redazione

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