Ustica e quell’unica scuola che non può ricorrere ai precari «Se si ritarda ancora c’è il rischio che l’anno non sia valido»

Da cinque anni tutte le scuole d’Italia possono scaricare le graduatorie interne del personale Ata, in modo cioè da ricorrere ai precari, tranne Ustica. È il paradosso che ha finora impedito l’apertura dell’istituto Saverio Profeta, che sta ritardando l’avvio delle lezioni da ormai una settimana (in provincia gli studenti sono in classe da martedì 17 settembre) per la mancata nomina di tre assistenti amministrativi e di cinque collaboratori scolastici (al momento  ce ne sono solo due). Dopo giorni di rimpalli di responsabilità e di incomprensioni tra il sindaco Salvatore Militello e il dirigente scolastico Massimo Leonardo, a quest’ultimo è stata concessa la possibilità di nominare direttamente le figure del personale Ata che mancavano. 

Ma come si è potuti arrivare a uno stallo del genere? «Ci sono due ordini di problemi – spiega Luigi Del Prete, che fa parte dell’esecutivo nazionale dell’Usb scuola – Da una parte c’è la scarsa appetibilità di posti come Ustica e in più da quattro anni l’istituto Profeta non ha una graduatoria d’istituto. Noi docenti ogni tre anni possiamo inserire le nostre disponibilità per le supplenze. E la scuola dell’isola palermitana, non si è mai capito se per un problema tecnico risalente al Miur, non riesce a scaricare le graduatorie per cui dall’istituto non si può accedere alle liste dei precari. Quindi ci si ritrova con un doppio problema: il personale a tempo determinato del personale Ata non sceglie Ustica perché non gli conviene ai fini della carriera, e dall’altra le graduatorie interne con le quali la scuola avrebbe potuto sopperire da quattro anni non sono accessibili.  E c’è un continuo rimpallo di responsabilità tra ufficio scolastico provinciale, quello regionale e il ministero».

Alle ore 11 di questa mattina è scaduta la possibilità di presentare la richiesta per i posti mancanti. In teoria, dunque, già da domani le lezioni potrebbero riprendere. Ma Del Prete è pessimista. «Quello che è un semplice problema informatico a mio avviso rallenterà ancora le procedure – spiega il sindacalista – Ci sono poi i tempi burocratici da tenere in considerazione, perché se è vero che già da oggi potrebbero partire le prime chiamate è anche vero che ciò di solito si traduce in almeno un’altra settimana. Quindi gli studenti e le studentesse usticesi potrebbero andare a scuola solo dal 30 settembre. Ciò metterebbe in difficoltà il raggiungimento dell’anno scolastico, perché il rischio è di non accumulare i giorni necessari affinché venga resa valido l’anno scolastico». 

Prevedibilmente all’istituto Profeta si dovrà saltare qualche giorno di vacanza. Mentre i genitori degli alunni restano sul piede di guerra e sui social parlano di possibili denunce per interruzione di pubblico servizio. È una strada percorribile? «La responsabilità in questo senso dovrebbe essere del ministero – spiega Del Prete – A mio avviso poi si delinea un altro scenario: il personale Ata che ha messo a disposizione la propria disponibilità in graduatoria, la stessa che non è possibile scaricare, potrebbe fare ricorso contro le nomine dirette dell’istituto». La consolazione è che, al contrario di quello che è stato affermato in un primo momento, quest’anno a Ustica non mancano i docenti. Il problema però rimane, e potrebbe ripresentarsi l’anno prossimo.

«Tra i docenti Ustica è una situazione non gradita – dice ancora il sindacalista – compresi quelli del Nord che preferiscono rimanere vicino casa invece di un anno di precariato. Come è noto nell’isola c’è un problema di trasporti, d’inverno si rischia di rimanere nell’isola anche nei weekend. C’è poi un problema economico, perché nell’isola le spese sono maggiori. Non c’è nessun incentivo economico, come avveniva ormai decenni fa, così come è stato tolto il doppio punteggio per chi sceglieva di insegnare nelle isole minori. Ustica è abbandonata a se stessa, così come Lampedusa e tutte le altre isole». 

Andrea Turco

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