Previsioni della vigilia rispettata e procedimenti riuniti. Non più due filoni separati per i processi nati dall’inchiesta Università bandita. Alla sbarra si ritroveranno quindi in 54 tra ex rettori, professori e capi dipartimento dell’ateneo catanese e non solo. Questa la decisione adottata ieri pomeriggio in una delle aule del penitenziario di Bicocca. Durante l’udienza non è stata ammessa tra le partiti civili, dalla giudice Enza De Pasquale, l’associazione Antimafia e legalità. Alla procura, invece, è toccato elencare gli elementi di prova: centinaia di intercettazioni che sono le fondamenta del presunto sistema che avrebbe deciso a tavolino i concorsi di Unict. La prossima udienza è stata già fissata per il 27 novembre mentre tre giorni prima si tornerà in aula per capire cosa ne sarà del reato di associazione a delinquere, escluso almeno per il momento dal procedimento dopo la sentenza di non luogo a procedere disposta dalla giudice Marina Rizza al termine dell’udienza preliminare. Scelta che ha portato la procura a presentare ricorso.
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