L’università di Palermo interrompe i rapporti di collaborazione con le università israeliane. Arriva a una prima vittoria la protesta degli studenti che da oltre 26 giorni vivono accampati in una piccola tendopoli nel parco di viale delle Scienze. Il dialogo con il rettore e il senato accademico è stato fitto fin dal primo momento, con una totale apertura da parte dell’università che in ultimo ha deciso di dedicare un’intera riunione, quella di ieri, ad ascoltare le istanze degli studenti. Accolte solo in parte, ma quanto meno in quella sostanziale che riguarda gli accordi con Israele, con cui UniPa aveva un progetto Erasmus che coinvolgeva due atenei israeliani.
Una decisione che, nello specifico, scaturisce dal «venir meno delle essenziali garanzie di sicurezza a cui gli eventuali soggetti coinvolti sarebbero esposti in questo particolare e delicato momento di crisi internazionale», si legge in una nota dell’Ateneo. Restano ancora in piedi le richieste del movimento studentesco di interruzione dei rapporti tra l’università e la Leonardo spa, azienda con sede anche a Palermo, che progetta sistemi di puntamento per missili e altri sistemi tecnologici utilizzati in guerra.
Negativa la reazione della ministra dell’Istruzione Anna Maria Bernini, che ha parlato di «scelta sbagliata». Al momento, gli unici atenei ad aver preso una posizione contro i bandi di collaborazione con Israele sono l’università di Torino e la Normale di Pisa. L’intifada studentesca, intanto, continua a incitare al boicottaggio nelle principali città italiane: da Firenze a Roma, da Bari a Napoli.
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