Under 30, parlamentari europei per 7 giorni Le selezioni fino a sabato, anche a Catania

Diventare parlamentari europei per una settimana. E’ il progetto Young members of european parliament for european democracy o, in breve, yMed. Dal 16 al 22 marzo, 76 giovani dai 18 ai 30 anni provenienti da Lettonia, Lituania, Croazia, Repubblica Ceca, Romania e Italia verranno chiamati nella città di Jelgava, in Lettonia, per simulare una sessione plenaria dell’organo di rappresentanza dei cittadini dell’Unione. Discuteranno, a pochi mesi dalle elezioni Europee, di mercato del lavoro, disoccupazione giovanile, uguaglianza di genere, di salute, del Processo di Bologna (che riguarda l’istruzione), di povertà e del rischio di esclusione sociale. Una opportunità che passa anche da Catania, dove l’associazione studentesca catanese Nike, partner del progetto, fino a sabato 25 gennaio selezionerà due uomini e due donne, per una spesa totale di 60 euro.

«Per proporsi basta essere italiani, dimostrare interesse nelle tematiche europee e soprattutto avere una buona conoscenza dell’inglese. Nient’altro», spiega il responsabile del progetto Domenico Valenza, 27 anni, fondatore dell’associazione studentesca nel 2008 e oggi uno dei pochi catanesi specializzati nelle politiche comunitarie. Il form per candidarsi, aperto a persone provenienti da tutta Italia, è disponibile sulla pagina dedicata dell’associazione, con tutte le istruzioni.

«Lo sappiamo già: non sarà facile selezionare quattro persone – spiega Valenza – ma certamente un form ben compilato, dove si illustra il proprio interesse in una lingua straniera, è già una prima importante discriminante. Del resto il lavoro che verranno chiamati a svolgere sarà tutto in inglese», spiega. E conoscere la lingua straniera per eccellenza, in un contesto europeo sempre più interculturale, è fondamentale non solo per la simulazione. «Ai selezionati verrà data una vera e propria seconda identità – continua Valenza – Si diventerà parlamentare di un determinato Paese, con la propria storia e soprattutto identità politica: socialista, popolare, liberale». Ai partecipanti, insomma, verrà chiesto di svolgere un vero e proprio gioco di ruolo, intervenendo nelle commissioni parlamentari tematiche che si formeranno e prendendo decisioni secondo le inclinazioni della propria identità europea.

«Tutto il materiale e le spiegazioni del caso verranno date in un incontro preliminare chiamato Incubator, che si svolgerà a Bologna a fine febbraio». Il giovane progettista ha anche curato i rapporti con la Llu, l’Università di Agricoltura che ospiterà i partecipanti in Lettonia. Una location non casuale. «L’Est europeo è il posto ideale dove andare per chi vuole fare esperienza nel campo della progettazione e delle politiche europee. Ci sono grandi opportunità, si lavora sodo e si realizzano progetti concreti», continua, portando come esempio la sua esperienza, acquisita dopo un master in Studi europei conseguito tra Parigi e Bruxelles, città dove attualmente vive. «Bruxelles attualmente vive una profonda crisi – racconta Valenza – Molti giovani ben più preparati di me, che parlano molte lingue e hanno collezionato master e titoli, si ritrovano, senza esito, a cercare lavoro nelle sedi europee».

Un quadro ben diverso da quello trovato in Lettonia, e in generale nell’Est europeo: «All’università di Jelgava sono stato per svolgere il tirocinio dopo il master: una scelta azzeccata, perché molti altri colleghi non hanno avuto l’occasione di mettere a frutto gli studi fatti e di creare, da subito, un progetto di questa portata», spiega. Una questione di competenze e opportunità, temi che saranno proprio al centro del dibattito per i giovani selezionati. Chiamati a votare come ultimo atto di questa esperienza una risoluzione parlamentare in seduta plenaria.

Leandro Perrotta

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