UNA STORIA SICILIANA/ Paolo Agate, il simpatico Abate Vella della Asp di Trapani

LO CHIAMAVANO “IL PROFESSORE”. ESIBIVA TITOLI CHE NON AVEVA. MA ERA BRAVO ED EFFICIENTE ALLA FACCIA DEI TITOLI. MA E’ STATO CONDANNATO. LA COSA STRANA E’ CHE UNO CHE PORTA IL SUO STESSO NOME E’ STATO PERITO DEI TRIBUNALI SICILIANI IN IMPORTANTI PROCESSI…

Paolo Agate veniva chiamato “Il professore”. Era considerato esperto “informatico” da tante Amministrazioni pubbliche, dal Comune di Marsala agli uffici giudiziari. Sul sito d’informazione tp cronaca leggiamo che era molto vicino all’ex assessore regionale alla Salute, Massimo Russo. Per Russo aveva organizzato anche una lista in occasione delle elezioni comunali di Marsala, nel 2012.

Paolo Agate è stato nominato dirigente dell’ufficio prenotazioni dell’Asp di Trapani. Anzi, era stato nominato. Perché ha perso il posto. Dopo accertamenti, è stato scoperto che non era in possesso della laurea. Insomma, la Asp di Trapani aveva un dirigente privo di laurea.
I suoi titoli, a quanto pare, sono tutti falsi. Come fanno notare i colleghi di tp cronaca, “nel sito del Comune di Marsala resiste ancora il suo curriculum…”. Insomma, una sorta di Abate Vella della sanità siciliana.

La Sicilia, la sanità pubblica siciliana è anche questo: invenzioni, titoli falsi, incarichi. Uomini e donne che, magari, hanno i titoli per svolgere lavori importanti per la collettività restano fuori. E chi invece esibisce titoli inventati fa incetta di incarichi. Un mondo capovolto.

Detto questo, così come proviamo simpatia verso l’Abate Vella, il celebre protagonista del romanzo di Leonardo Sciascia “Il consiglio d’Egitto” (il monaco gerosolimitano che si spacciava per grande conoscitore della lingua araba), proviamo altrettanta simpatia verso Paolo Agate.

Del resto, come ha fatto notare l’avvocato che difende Paolo Agate, il lavoro che Agate svolgeva presso la Asp di Trapani era egregio. Se uno lavora bene, nell’interesse della collettività qual è il problema? Il problema è che manca il ‘titolo’. E in Italia la cosa fa. Le regole sono regole. In questo – ma solo in questo – il nostro è un paese quasi ‘socratico’…

Storie bizzarre. Storie siciliane. Adesso Paolo Agate, dopo aver patteggiato la condanna, deve fronteggiare anche il pronunciamento della Corte dei Conti. La magistratura contabile lo obbliga a restituire i soldi che ha percepito grazie all’incarico presso la Asp di Trapani. 
Epilogo amaro, per l’ex dirigente del centro di prenotazione dell’Azienda sanitaria trapanese: una condanna a un anno e mezzo di reclusione e l’ulteriore condanna della Corte dei Conti della Sicilia, che l’invita a restituire con gli interessi gli emolumenti percepiti tra il 2011 e il 2012: oltre 53 mila euro.

Agate esibiva il certificato di laurea in Scienze statistiche ed economiche. Titolo che diceva di aver conseguito nel 1988. Ma dai controlli è venuto fuori che la laurea non l’ha mai presa. E non veritieri sono risultati anche altri due titoli che Agate esibiva: gli attestati di frequenza a corsi di formazione per amministratori di sistemi informatici.

Perché scriviamo una notizia di qualche giorno fa? Semplice: perché da una ricerca sulla rete è venuto fuori che un Paolo Agate – supponiamo, anzi, dicero un altro Paolo Agate – è stato perito di vari Tribunali siciliani. Si tratterà di certo di un’omonimia che noi comunque vogliamo segnalare come stranezza.
Deve essere per forza di cose un’omonimia. Perché questo Paolo Agate – questo secondo Paolo Agate – risulta essere stato, ad esempio, il perito del processo “Addiopizzo”, come si legge nel sito di Radio Radicale. Dove, su questo Paolo Agate – supponiamo l’omonimo – si leggono tante altre cose.

Si tratta, si deve trattare di due persone diverse con lo stesso nome. Se non fosse così sarebbe un bel problema. Ma, per noi, si tratta di una stranezza legata a due nomi e cognomi uguali.

In prima pagina foto tratta da profumo.it

 

 

 

 

Giulio Ambrosetti

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