Una scuola multietnica in un bene confiscato alla mafia Domani sera una cena solidale per completare i lavori

Da società che noleggiava gru a centro educativo multiculturale. Sarà questo il nuovo volto del bene confiscato alla mafia in via Serraglio Vecchio, a pochi passi dalla Stazione centrale, dove verrà realizzata la Tumìamì School, una scuola multietnica promossa dalla onlus Life and Life e per la quale è organizzata domani sera una cena solidale al Torquemada. Una raccolta fondi per portare a termine la ristrutturazione dei locali. «Sarà uno strumento per il territorio in un quartiere così abbandonato e ad alto rischio di criminalità e dispersione scolastica, attraverso laboratori, doposcuola e attività sportive», spiega la vice presidente della onlus, Valentina Cicirello. Il nome della scuola, poi, è piuttosto significativo e non è stato scelto a caso dai volontari coinvolti nel progetto: «Da anni portiamo avanti un omonimo festival, al quale ci siamo ispirati per scegliere il nome della nuova struttura: si può leggere italianizzandolo e ricavando quindi la frase “tu mi ami”, mentre nell’originario significato bengalese vuole dire “tu, io, noi”», racconta la vice presidente.

Un luogo assegnato alla onlus lo scorso anno e già ampiamente rimesso in sesto nel corso degli ultimi sei mesi, grazie soprattutto a donazioni e volontariato. Malgrado siano stati già attivati due corsi, però, restano necessari alcuni accorgimenti e lavori, uno fra tutti la sistemazione dell’impianto di riscaldamento. «Quando abbiamo messo piede qui dentro, abbiamo trovato un luogo disastrato, non c’era più nemmeno il tetto, in parte crollato. Ci siamo rimboccati le maniche, non abbiamo ricevuto fondi pubblici, siamo noi volontari che abbiamo faticosamente raccolto i soldi, dopo aver firmato col Comune un contratto che ci impegna per dieci anni», dice ancora Cicirello, che ci tiene a sottolineare quanto anche la scelta del luogo da destinare al progetto, da parte della onlus, sia stata ponderata. «Si tratta di un ammezzato – spiega la donna – Siamo stati attenti a scegliere un bene che non fosse una casa, per non rischiare di togliere una possibile abitazione a tutte quelle persone che ancora oggi vivono in condizioni disperate, alcune dormendo addirittura dentro le automobili».

E Life and Life, fondata nel 2010, di famiglie e persone bisognose si occupa quotidianamente da ormai sette anni. «La nostra è un’organizzazione umanitaria internazionale, abbiamo già fondato tre missioni in tre diversi paesi in difficoltà con i nostri volontari, creiamo sviluppo socio-economico nel terzo mondo in tre settori: istruzione, salute e occupazione – spiega ancora Cicirello – Mentre qui a Palermo abbiamo da sempre uno sportello sociale con cui assistiamo le famiglie indigenti e ci occupiamo di semplificare il disbrigo delle pratiche per i migranti, offrendo assistenza burocratica e legale gratuita. Non ci mancano i professionisti che si mettono a disposizione e abbiamo anche uno sportello di domanda e offerta del lavoro: la gente si rivolge a noi, magari per chiedere informazioni su una badante o una colf, e noi segnaliamo delle persone». Dal 2015 si è aggiunto anche un terzo sportello, che si occupa di prevenzione alimentare per i casi di tumore. «Dopo due anni di raccolta fondi siamo anche riusciti a regalare al Policlinico di Palermo la prima stanza per lo studio oncogenetico delle malattie rare nel Mediterraneo, grazie ai soldi raccolti e alle cene solidali organizzate in passato». Un traguardo che sarà ufficialmente inaugurato e festeggiato giorno 13 dicembre in ospedale.

Ma il prossimo appuntamento, intanto, resta quello di domani sera al Torquemada, durante il quale verrà anche lanciata una raccolta di giocattoli da destinare ai bambini poveri della città, che riceveranno i doni il giorno dell’Epifania. «Viviamo di donazioni, è così che abbiamo potuto ristrutturare nei mesi scorsi il nuovo centro, dove ci sono già una serie di professionisti che si sono messi a disposizione per le attività, dai professori di musica a quelli di yoga e aikido – aggiunge la vice presidente – Al momento abbiamo una settantina di adesioni per la cena, spero che si possa fare ancora di più. Questa è una piccola goccia, è vero, ma sono proprio le piccole gocce che alla fine fanno l’oceano».

Silvia Buffa

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