Una patente per i rottweiler

L’articolo pubblicato stamattina in cui vi abbiamo raccontato dell’aggressione di una turista spagnola da parte di un rottweiler, ieri a Palermo al mercato del Capo, e in cui abbiamo sostenuto la pericolosità eccessiva di questa razza, come prevedibile, ha suscitato un vivace dibattito (questo il link per leggerlo). 

 

Pubblichiamo qui di seguito un commento scritto sulla pagina Facebook di LinkSicilia, in cui un lettore, Calogero Augello, sostiene che, bisognerebbe prevedere un percorso formativo per chi decide di tenere un cane del genere e in cui sottolinea la differenza tra l’amore per un’animale e il rispetto per la sua natura.

Una riflessione interessante,  che vale la pene leggere, anche se, in attesa che idee del genere vengano applicate, continuiamo a credere che sia meglio tenerli lontani dai bambini e dai passanti.

“Ci sono casi in cui questi animali anno ucciso anche se erano stati trattati con amore… Proprio qui casca l’asino. Gli animali NON SONO ESSERI UMANI, non possono essere allevati seguendo i canoni affettivi tipici della specie umana. E’ da questo errore, tra l’altro sicuramente commesso in buona fede dai proprietari, che vengono fuori i “mostri”.
Infatti il punto non è crescere “con amore” un cane, il punto è crescerlo rispettando la sua natura di animale. Animale da compagnia, certo, ma pur sempre animale. Faccio un esempio per provare a rendere l’idea:
può sembrare “amore” quello di un proprietario che fa dormire il suo cane sul letto o lo fa sonnecchiare sulla poltrona del salotto. E invece non è così.
Specie per soggetti (soggetti, non razze) particolarmente dominanti questo errore può significare un segnale di via libera o di “debolezza” del capo branco umano, e quindi l’opportunità di mettere in atto un processo di scalata sociale.

Il cane tendenzialmente dominante (e i soggetti dominanti sono presenti in TUTTE le razze) insomma cerca di sostituirsi al capo branco, e per fare questo deve prima sottomettere gli altri membri del branco, partendo dai più deboli, i bambini appunto.  E come fa a sottometterli?
Con l’unico mezzo previsto in questo caso dalle leggi della natura: l’aggressione, la violenza! Infatti è proprio questo quello che accade in natura all’interno dei gruppi sociali animali. Tra l’altro, paradossalmente negli ambienti domestici questo fenomeno avviene più spesso con le razze comunemente considerate “non aggressive” come ad esempio bassotti, chihuahua o yorkshire o barboncini.

E’ con queste razze “toys” che di solito i proprietari compiono gli errori più grossi (anche per la tipologia di proprietario che di solito hanno questi cani, infatti sono i cani da anziani per eccellenza) e, infatti, se si vanno a controllare le statistiche, queste razze risultano essere quelle in assoluto più “aggressive”, nel senso che sono quelle responsabili del numero più elevato di aggressioni nei confronti degli esseri umani.

Ma è chiaro che le conseguenze di un morso di chihuahua non sono paragonabili a quelle del morso ad esempio di un Pastore del Caucaso o per l’appunto di un Rottweiler. Quindi, alla luce di tutto ciò, dovremmo cominciare a porci delle domande serie e anche mettendole nella giusta sequenza.

Perchè i cani domestici a volte mettono in atto atteggiamenti aggressivi?
Perchè sono “geneticamente cattivi”? O perchè si ritrovano per proprietario un idiota che magari gli compra migliaia di euro di stupidaggini come vestitini o robe del genere, ma che poi non ha la benchè minima idea di quali siano i più basilari principi etologici da seguire per far crescere SANO nel corpo e nella mente quel capolavoro di evoluzione naturale e selezione genetica a quattro zampe che ha comprato e che considera alla stregua di un giocattolo o peggio ancora di uno status symbol?
E cosa intendiamo per “razze aggressive”? Quelle che attaccano più di frequente o quelle che attaccano raramente ma che per caratteristiche anatomiche peculiari quando lo fanno creano più danni?
E infine, in che modo la società dovrebbe rapportarsi a questi delicati argomenti specie in un momento storico in cui gli animali domestici sono presenti ormai praticamente in tutte le case? Bandire le razze che alcuni erroneamente considerano “aggressive” è davvero la soluzione?
O sarebbe più corretto prevedere un percorso formativo adeguato per chi decide di comprare e accudire determinate razze con una possenza fisica (e ripeto, FISICA) potenzialmente pericolosa?

In definitiva, sono da bandire certi cani….o certi proprietari?

Rottweiler, pericolo pubblico da bandire

Redazione

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