«Non credevo che saremmo sopravvissuti». A parlare è Douda un ventenne del Burkina Faso. Il suo nome è di fantasia perché possa essere tutelato, ma la sua storia no. Douda è uno dei 236 migranti portati in salvo da Ocean Viking, la nave Ong di Sos Mediterranée. Lui, insieme ai compagni di viaggio, raggiungerà Augusta dopo l’ordine ricevuto da parte delle autorità italiane di far sbarcare le persone che martedì 27 aprile sono state salvate da due gommoni che stavano per affondare nelle acque del Mediterraneo.
A dare notizia è proprio l’equipaggio degli attivisti che solo una settimana fa aveva cercato di salvare le 130 persone che erano naufragate a largo delle coste libiche. Purtroppo, però, in quell’occasione non c’è stato nulla da fare. I volontari di Sos Mediterranee hanno soltanto potuto constatare l’ennesima tragedia. Per la morte dei 130 migranti la Ong aveva lanciato un messaggio a tutta l’Europa, invitando al senso di responsabilità gli Stati membri affinché si evitassero ancora tragedie. Le accuse di Valeria Taurino, direttrice generale di Sos Mediteranée, non risparmiano nemmeno le forze Libiche, che approfittano, secondo l’attivista, di altri esseri umani intrappolati in condizioni spaventose. «Dal canto loro, nel corso degli anni, i leader politici dell’Unione Europea hanno consapevolmente deciso di non fare tutto ciò che possono per poter per salvare queste vite – dice Taurino – smettendo di coordinare le operazioni di ricerca e soccorso, né hanno fatto in modo che molte persone venissero riportare in Libia dove i sopravvissuti, come hanno raccontato, vengono picchiati per mano dei trafficanti».
Da quanto riportato da Sos Mediterranée, molti dei migranti hanno avuto paura a imbarcarsi una volta che hanno visto la fragilità dei gommoni. Al rifiuto, però, sarebbero stati costretti con la forza a mettersi sulle imbarcazioni. Tra loro ci sono anche quattro fratelli e sorelle, bambini di 10, 11, 12 e 17 anni che sono stati picchiati dai trafficanti. «Ieri, per la prima volta dopo mesi, una nave della marina italiana, ha condotto un salvataggio in acque internazionali al largo della Libia – continua Taurino – Speriamo che sia solo il primo passo di un rinnovato sforzo europeo e italiano di ricerca e soccorso». L’attivista, insieme ad altre Ong presenti in Italia, ha scritto una lettera al presidente del consiglio dei ministri Mario Draghi chiedendo un incontro per discutere le iniziative che il suo governo intende adottare per evitare altre tragedie.
Intanto Sos Mediterranée fa sapere che l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha confermato che più di cento persone sono state rimpatriate con la forza in Libia. Secondo un portavoce dell’Oim, tutti sono stati portati in centri di detenzione, comprese le donne e i bambini.
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