Mafia in rosa. A capo del mandamento di Porta Nuova c’era una donna, era lei a gestire la cassa della famiglia. Al vertice Teresa Marino, 38 anni, moglie di Tommaso Lo Presti, arrestato nell’ambito dell’operazione Iago dell’aprile 2014, era arrivata dopo l’arresto del marito, così una volta finito in carcere era toccato a lei prendere in mano le redini del comando. Gli ordini arrivavano dal carcere e le direttive andavano rigidamente applicate. Da gestire c’erano gli affari di Cosa nostra, il traffico di stupefacenti, innanzitutto, ma anche le estorsioni, 27 quelle documentate tra consumate e tentate. Il nuovo business, però, era il mercato del pesce da monopolizzare tagliando fuori i concorrenti.
E poi c’erano le famiglie dei detenuti da aiutare. Come prevedono le regole di mutuo soccorso mafiose. Un sostegno economico che con le casse sempre più in rosso era difficile da assicurare. «Questa mattina ho visto il conto… cioè mi sono rimasti quindicimila euro» diceva preoccupata. La crisi economica la amareggiava: «… appena le porta… io glieli faccio avere… dille così». La moglie del boss si immedesimava nella condizione delle donne di mafia. «Per ora siamo messi male» si lamentava. Colpa della raffica di arresti, che costringeva ad attivare il welfare mafioso ad ampio raggio. Così un affiliato, ben sapendo quanto la vicenda le stesse a cuore, si era offerto di versare i soldi di tasca propria. «Glieli stavo dando io» diceva intercettato dalle cimici degli investigatori. E per far fronte alle esigenze di mutuo soccorso aveva avviato anche una spending review tagliando i compensi degli uomini d’onore.
Alle prime ore dell’alba i carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito a Palermo, Roma, Milano e Napoli 38 fermi, emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, nei confronti di altrettanti tra capi e gregari dei mandamenti di Porta nuova e Bagheria. Per tutti l’accusa a vario titolo è di associazione mafiosa, estorsione, detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, illecita detenzione di armi e munizioni e turbativa d’asta.
L’operazione, denominata Panta Rei, ha fatto luce sugli assetti dei mandamenti di Porta Nuova e Bagheria, ma soprattutto ha documentato il ruolo di primo piano ai vertici di Cosa nostra di una donna: la moglie di un boss. «Era lei – spiegano adesso gli investigatori -, seguendo le direttive impartite dal marito detenuto, a gestire le attività della famiglia condizionando costantemente le attività illecite degli altri affiliati e capi famiglia».
Questi i 37 fermati nell’operazione antimafia Panta rei: Franco Bertolino, 54 anni; Alessandro Bronte, 30 anni; Paolo Calcagno, 49 anni (ritenuto reggente del mandamento di Porta Nuova); Pietro Catalano, 33 anni; Tommaso Catalano, 54 anni; Girolamo Ciresi, 67 anni; Giuseppe Costa, 33 anni; Carmelo D’Amico, 46 anni; Salvatore David, 41 anni; Francesco Paolo Desio, 58 anni. E ancora Giuseppe Di Cara, 43 anni (ritenuto reggente della famiglia di Porta Nuova); Giuseppe Di Giovanni, 35 anni; Pasquale Di Salvo, 53 anni; Salvatore Drago Ferrante, 51 anni; Rosario Fricano, 31 anni; Alfredo Geraci, 36 anni; Giuseppe Antonio Giallombardo, 39 anni; Nunzio La Torre, 29 anni; Domenico Lo Iacono, 40 anni; Francesco Paolo Lo Iacono 35 anni. Raggiunti dal provvedimento di fermo anche Tommaso Lo Verso, 37 anni; Teresa Marino, 38 anni; Rocco Marsalone, 65 anni; Andrea Militello, 41 anni; Pietro Minardi, 48 anni; Salvatore Mulè, 46 anni (reggente della famiglia di Palermo Centro); Giampiero Pitarresi, 40 anni (reggente del mandamento di Villabate), Giuseppe Ruggeri, 39 anni, Antonino Salerno, 34 anni. E ancora: Salvatore Scardina, 65 anni; Ciro Spasiano, 36 anni; Domenico Tantillo, 43 anni (reggente della famiglia di Borgo Vecchio); Giuseppe Tantillo, 36 anni; Nicolò Testa, 53 anni (reggente della famiglia di Bagheria); Gaetano Tinnirello, 69 anni; Massimiliano Restivo, 42 anni; Antonino Giuseppe Maria Virruso, 60 anni. Una persona è ricercata.
AGGIORNAMENTO
È stato arrestato Ludovico Scurato, 28 anni, l’ultimo destinatario dei 38 fermi eseguiti nelle prime ore della mattina a Palermo, Roma, Milano e Napoli dai carabinieri del Comando provinciale di Palermo nell’ambito dell’operazione antimafia Panta Rei. Il giovane è stato condotto al carcere Pagliarelli. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dalla Direzione distrettuale antimafia nei confronti di capi e gregari dei mandamenti di Palermo Porta Nuova e Bagheria.
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