Una casa a Misterbianco come centrale dello spaccio Undici arresti per droga e furti in abitazioni e negozi

Una casa a Misterbianco come centrale operativa dello spaccio, fornitori calabresi e palermitani, un gruppo in cui ogni componente ha un ruolo ben preciso e acquirenti da diverse zone della Sicilia. È questo il quadro emerso dall’indagine Consegna a domicilio della guardia di finanza di Catania che ha portato all’arresto di undici persone (dieci in carcere e una ai domiciliari) indagate a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze
stupefacenti
(principalmente cocaina e marijuana) e alla perpetrazione di
furti aggravati anche in abitazioni

Il
sodalizio criminale ruota intorno alla figura di Carmelo Russo (classe 1955) detto Turazzo. Sarebbe stata la sua la casa di Misterbianco usata come base logistica per la compravendita all’ingrosso e al dettaglio della droga e sede di incontri con pregiudicati e soggetti sottoposti a provvedimenti di sorveglianza speciale. Russo e il fratello Mario (classe 1972) – quest’ultimo già condannato per la sua appartenenza al clan mafioso dei Cursoti Milanesi – avrebbero mantenuto costanti relazioni con i fornitori (palermitani e calabresi) e con gli acquirenti (da Messina, Siracusa, Motta Sant’Anastasia nel Catanese e da Portopalo di Capopassero, nel Siracusano). 

Loro collaboratori sarebbero stati 
Filadelfo Innao (classe 1957) e Cirino Giannetto (classe 1971) come addetti alla cassa comune del gruppo criminale e, quando necessario, anche nel ruolo di corrieri dello stupefacente; Emanuele Pavone (classe 1966) che si sarebbe occupato della fase di approvvigionamento degli stupefacenti e della vendita nel territorio messinese; Antonio Bevilacqua (classe 1974) e Antonio Pelle (classe 1986), entrambi reggini, sarebbero stati i fornitori stabili di cocaina della formazione criminale catanese. 

Intercettazioni telefoniche e ambientali hanno permesso alle fiamme gialle di procedere all’esecuzione di cinque arresti in flagranza di reato per
spaccio di stupefacenti e furto in abitazione e al sequestro di 4,5 chili di
marijuana
. Nello specifico, l’indagine dei finanzieri del Gico di Catania è nata come sviluppo di un precedente procedimento penale che, nel gennaio 2016, aveva portato all’arresto in flagranza di reato di due persone trovate in
possesso di
cocaina e eroina, destinate a essere acquistate proprio dal sodalizio criminale.

Nel proseguo delle
attività, i finanzieri hanno anche individuato un’altra associazione che, oltre a spacciare stupefacenti, si sarebbe specializzata in
furti in abitazione e in esercizi commerciali con spaccata. A capo del gruppo ci sarebbero stati Vito Danilo Caputo (classe1989) e Pio Giuseppe Scardaci (classe 1986), insieme a loro avrebbero agito anche Alfio Stancapiano (classe 1994) e Carmelo Motta (classe 1985). I primi tre sono stati portati in carcere, il
quarto ai domiciliari.

Nello specifico, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, gli indagati avrebbero agito secondo un
collaudato metodo: dopo essersi impossessati delle chiavi
dell’abitazione
che il malcapitato lasciava incustodite in macchina – senza lasciare evidenti segni di effrazione -, si sarebbero poi
recati
nell’appartamento della vittima e avrebbero agito indisturbati. Tra i colpi messi a segno da gruppo criminale sono stati ricostruiti il furto di una Fiat Bravo a Lentini (in provincia di Siracusa); auto che poi sarebbe stata usata contro la vetrina di un negozio nel capoluogo aretuseo per impossessarsi di oltre 500 capi di abbigliamento del valore di circa 25mila
euro

La stessa squadra avrebbe messo a segno anche il furto in un’abitazione di
Belpasso (in provincia di Catania) riuscendo a portare via un bottino di
gioielli
dal valore di circa 1.500 euro e il furto in un appartamento a Cefalù (in provincia di Palermo) di gioielli e denaro contante per circa 80mila euro. Questi ultimi recuperati dalla guardia di finanza di Catania in occasione dell’arresto
in flagranza di reato dei
due responsabili.

Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Salvatore Ganci, difensore di Carmelo Motta
Con provvedimento del 3.6.2020, il Tribunale del Riesame di Catania ha disposto l’immediata scarcerazione del sig. Motta Carmelo, arrestato in seno all’operazione Consegna a Domicilio. Il tribunale del Riesame ha escluso i gravi indizi di colpevolezza relativamente alla contestazione di associazione per delinquere e ritenuto l’insussistenza delle esigenze cautelari che avevano determinato la misura cautelare.

Marta Silvestre

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