Prima era andato in giro in piazza Carlo Alberto, tra i banchi della fiera di Catania, indossando un cartello con i versi della Bibbia stampati sopra. Dietro di lui, un altro cartello umano che invitava al pentimento. Poi, domenica mattina, ha montato amplificatori e strumenti musicali in piazza Stesicoro. «Bisogna veramente credere – affermava al microfono – e per credere bisogna ravvedersi e convertirsi», diceva. Mentre, attorno a lui, i catanesi continuavano a passeggiare per il centro storico cittadino. Ieri, infine, era con un altro uomo in piazza Duomo intorno alle 19. Ancora una volta la raccomandazione era uguale: «Convertitevi!».
«Bisogna fare le opere di dio – è il messaggio – Ed è per questo che oggi ti dico, nel nome del Signore, ravvediti e convertiti». Un’esortazione alla quale si aggiungono inviti a rinunciare a «ribellione» e «malvagità». Argomenti nei confronti dei quali, però, i catanesi manifestano una sorta di curiosità scientifica più che un sincero interesse teologico. Tanto che alcuni si fermano a riprendere coi cellulari le scene del suo passaggio in mezzo alle bancarelle o nei pressi di corso Sicilia. «Non abbiamo ricevuto segnalazioni – afferma Pietro Belfiore, comandante della polizia municipale di Catania – Può essere che sia un’attività economica regolarmente autorizzata?». Poiché la predicazione ambulante non dovrebbe essere remunerativa, il suolo pubblico non deve essere concesso dall’assessorato alle Attività produttive, che nega ogni coinvolgimento.
Chi, in base alla norma, è responsabile di questo genere di «intrattenimento» per le strade cittadine è l’ufficio di gabinetto del sindaco. A cui, però, la notizia della presenza di un messaggero divino in giro per il capoluogo etneo risulta nuova. «Abbiamo fatto le nostre verifiche – sostengono – Non abbiamo autorizzato niente del genere. Probabilmente è la stessa persona che abbiamo visto urlare coi cartelli fuori dal Comune l’altra sera». In molti definiscono il misterioso predicatore «un po’ esagitato», ma i vigili urbani allargano le braccia: «Per cosa lo dovrei multare?», domanda Belfiore. «Per disturbo della quiete pubblica», suggerisce una dipendente di Palazzo degli elefanti. «Eventualmente – conclude il comandante della municipale – bisognerebbe vedere se ci sono i margini per un trattamento sanitario obbligatorio».
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