Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Pippo Fava, Peppino Impastato, Mauro Rostagno, Giancarlo Siani, Beppe Alfano, Mario Francese. I loro nomi e i loro volti campeggiano sulle pareti di un appartamento di Bagheria che da oggi è un Centro di Documentazione sui giornalisti uccisi dalla mafia. Non un appartamento qualunque, ma la ‘Casa di Giuseppe Francese‘, figlio del cronista del Giornale di Sicilia, suicidatosi il 3 settembre del 2002, a soli 36 anni, segnato dalla vicenda del padre.
Il padre, Mario, fu assassinato il 26 gennaio del 1979 a Palermo, 38 anni fa. Bagheria è nel cuore della famiglia Francese da sempre: Mario passava le sue estati ad Aspra, Giuseppe qui aveva acquistato casa. Una casa che, dopo la sua morte, la famiglia ha deciso di affidare in comodato d’uso alla chiesa di San Giovanni Bosco, per trasformarla in un centro di aggregazione giovanile. E così è stato.
Ma la ‘Casa di Giuseppe’ da oggi è molto più che uno spazio di incontro per giovani. Nelle sue stanze ospita infatti il nuovo Centro di Documentazione sui giornalisti uccisi dalla mafia, dove è possibile conoscere e approfondire le loro storie. «Questa casa nasce nel segno dell’amicizia e della condivisione di certi valori», ha detto oggi Giulio Francese, figlio di Mario e fratello di Giuseppe. «Ho sempre sperato che questi ragazzi potessero fare un salto di qualità, traducendo questi valori in impegno concreto. Giuseppe ha saputo cambiare le cose, ora tocca a loro portare avanti questo progetto». La Casa di Giuseppe è aperta a tutti, tutti i giorni (tranne la domenica), dalle 15 alle 20. La mattina sarà aperta alle scolaresche. Nel centro di documentazione è possibile usufruire biblioteca e di una linea wi-fi. Il sito internet è: www.lacasadigiuseppe.org.
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