Il divieto scompare e compare. Così, dopo 15 giorni, in Sicilia torna lo stop ai negozi nei giorni domenicali e festivi. A deciderlo il presidente della Regione Nello Musumeci in accordo con l’assessore alla Salute Ruggero Razza. «Siamo in una fase di grande attenzione e ho ritenuto di accompagnare le decisioni nazionali e regionali con un’ordinanza – dice il governatore – che ha l’obiettivo di sostenere i primi segnali positivi, evitando le occasioni di assembramento che abbiamo visto in tante immagini pubblicate dai mezzi di comunicazione. Chiediamo a tutti uno sforzo nelle prossime importanti giornate».
La chiusura non riguarderà farmacie, parafarmacie, tabaccherie ed edicole e il domicilio per i prodotti alimentari, dei combustibili per uso domestico e per il riscaldamento. «Lo dobbiamo – prosegue il governatore – agli operatori della sanità che stanno dimostrando una capacità di intervento senza precedenti, ma lo dobbiamo anche a tutti gli operatori economici che stanno affrontando un momento difficile e, in definitiva, lo dobbiamo a noi stessi, perché bisogna ritornare a una vita il più possibile normale nei tempi che la pandemia impone». Sembra così acqua passata la ricostruzione di Musumeci quando, dopo la scelta di affiancare il colore arancione alla Sicilia, lanciò l’idea di un complotto politico del governo contro le Regioni a guida centrodestra. L’8 novembre la Sicilia, accogliendo le istanze provenienti da Confcommercio Sicilia, aveva deciso per la decadenza della chiusura obbligatoria per le attività commerciale oltre le 14 di domenica.
Con ogni probabilità per la Sicilia ci sarà all’orizzonte anche una proroga della zona arancione. Questo almeno quello che filtra dagli uffici del ministero della Sanità. Intanto nell’Isola sono state istituite altre cinque zone rosse che portano così a dieci il numero totale. L’attesa però è tutta per il 3 dicembre, giorno in cui scadrà l’ultimo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Per quella data il governo è già al lavoro per un nuovo decreto. Tra le ipotesi al vaglio, come sottolineato dal Correre della Sera, ci sarebbero anche alcuni allentamenti alle restrizioni, sempre tenendo in considerazione l’andamento dei contagi e la situazione negli ospedali, con i reparti di Terapia intensiva ancora in affanno. Altro capitolo nero è quello del tracciamento degli infetti. In Sicilia migliaia di persone aspettano da settimane l’esito dei tamponi molecolari dopo essere risultati positivi al test rapido.
Ieri nell’Isola è stato registrato il nuovo record di infetti in 24 ore (1871) a fronte del maggior numero di tamponi processati in un solo giorno (11470). Numeri che hanno collocato la Sicilia ottava in Italia nella graduatoria dei nuovi positivi. A primeggiare sono sempre Lombardia e Veneto con 7453 e 5349 positivi nell’ultimo giorno. Stabile nell’isola il numero delle persone decedute, ormai da cinque giorni tra 36 e 44.
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