D’ALIA E D’ASERO, CHE PENSANO DI FARE CHIAREZZA NEL QUADRO POLITICO SICILIANO, SONO INVECE TRA I PROTAGONISTI DEL ‘BORDELLO’ CHE REGNA A SALA D’ERCOLE. CON PESANTI RESPONSABILITA’
I primi a non essere molto convinti della terza manovra finanziaria approvata ieri dall’Assemblea regionale siciliana sono gli esponenti più o meno riconducibili al Governo di Rosario Crocetta.
Su facebook il leader dell’Udc, Giampiero D’Alia, è tranciante: “Ieri all’Ars in un clima surreale è stata approvata una manovra pietosa che a stento riesce a pagare gli stipendi e dà contributi a pioggia, dove latitano sviluppo e risanamento dei conti. Auspico che l’Udc siciliana e il Partito Democratico si incontrino al più presto perché serve un immediato cambio di marcia, un cronoprogramma delle cose urgenti da fare”.
Nino D’Asero, capogruppo all’Ars di un Partito – il Nuovo centrodestra democratico – che è maggioranza a Roma e che, sottobanco, appoggia in Sicilia il Governo, precisa: Siamo a mare e cè chi cerca di aprire una falla nella barca! Bene reperire soldi per le spese correnti, può essere un bene allargare i benefici previsti per le vittime di mafia ai testimoni di giustizia, malissimo è prevedere il recupero delle somme occorrenti alle bisogne del momento decurtando investimenti proiettati nel futuro della Sicilia”.
“Una per tutte – aggiunge D’Asero -: è inconcepibile tagliare 25 milioni di euro allIrcac con leggerezza. Come si può pensare a un futuro di entrate nelle ‘casse’ regionali se saranno le imprese, specialmente le piccole e le medie, a essere penalizzate? Se unimpresa, privata dei giusti sostegni, non produce e non guadagna come potrà mai pagare le tasse? Come si può rischiare di perdere 180 milioni di fondi Cipe unicamente per duelli interni alla maggioranza?.
Con molta probabilità, a D’Asero, catanese di catania, brucia la ‘bocciatura’ della ricapitalizzazione della società Interporti che tocca, per l’appunto, l’interporto etneo.
Cerchiamo di aprire gli occhi e di smetterla di navigare a vista – dice D’Asero, senza timore alcuno di scoprire la sua ‘anima’ governativa -. Per scansare uno scoglio, rischiamo di spaccare la carena della nave Sicilia su un iceberg sommerso: occorre istituire immediatamente un tavolo delle riforme, per superare emergenze e improvvisazioni, quindi per affrontare il problema lavoro, quello degli investimenti nellimprenditorialità, nel turismo, nellagricoltura e snellimento della burocrazia. Quando sarà fatta una finanziaria che sappia realmente coniugare lannullamento degli sprechi alla fruibilità del bene comune, direttamente legata ai servizi resi al cittadino, a cominciare dalla piccola e media imprenditoria anche artigianale?.
Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ne approfitta per sottolineare l’importanza della legge sui testimoni di giustizia, che estende a questi ultimi alcuni dei benefici previsti per le vittime di mafia.
“È il giusto e doveroso riconoscimento – dice Ardizzone – nei confronti di chi, con alto senso civico nei confronti della giustizia e dello Stato, ha messo a rischio la propria vita e quella dei familiari, denunciando le organizzazioni criminali. È una scelta che il Parlamento siciliano ha fatto con grande convinzione e condivisione, tanto da approvare il disegno di legge, di iniziativa governativa, all’unanimità”.
Un comunicato dei parlamentari grillini dell’Ars ricorda i tanti ordini del giorno che non hanno trovato spazio nel Parlamento siciliano, perché “soffocati” dal dibattito sulla terza finanziaria.
“Moratoria della cartelle esattoriali, revoca dellaccordo Stato Regione per la rinuncia ai contenziosi, stop alla chiusura degli uffici periferici di Riscossione Sicilia. E, ancora, introduzione di tariffe agevolate nei collegamenti marittimi da e per le isole minori rivolte a tutti coloro che svolgono un pubblico servizio, risorse, alle cooperative sociali di tipo B che perseguano il reinserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati e qualificazione dellArpa come Ente del settore sanitario con nuove risorse per la sua attività.
“Questi ordini del giorno – dicono i parlamentari del Movimento 5 Stelle – saranno votati l’11 agosto in occasione del momentaneo rientro dei deputati a Palazzo Reale”.
Nota a margine
L’onorevole Giampiero D’Alia ogni tanto si sveglia e si accorgi che il Governo di Rosario Crocetta è un disastro. Si vede che vive molto a Roma e poco in Sicilia. Altrimenti stilerebbe un comunicato al giorno.
A D’Alia ricordiamo che la scelta di Crocetta è stata dell’Udc. E’ stato il suo Partito a imporre a quei ‘baccalà’ del PD siciliano questo personaggio che li trascinerà nel baratro.
Perché quando si tireranno le somme in termini elettorali – cosa che avverrà presto, perché a Roma la casa di Renzi già ‘brucia’: e bruciando la casa romana il default della Regione siciliana, il prossimo anno, non potrà più essere nascosto – il PD verrà travolto.
D’Alia dovrebbe dire una cosa semplicissima e sarebbe da tutti apprezzato: con la scelta di Crocetta abbiamo commesso una grande minchiata politica!
D’Asero nemmeno lo commentiamo: lui e i suoi fanno parte del Governo e si fingono opposizione. La smettano: dicano la verità. Anche perché non riescono a difendere nemmeno quello che gli interessa: per esempio, l’interporto di Catania.
A D’Alia e a D’Asero chiediamo: se la finanziaria non vi piaceva perché l’avete votata?
Non siamo d’accordo, infine, con il presidente Ardizzone: estendere ai testimoni di giustizia i benefici – e soprattutto le assunzioni nella pubblica amministrazione – aprirà un’altra falla in una Regione che già non riesce a pagare i propri dipendenti.
Arriveranno altri soggetti che dimostreranno, ancora una volta, che la pubblica amministrazione siciliana è un grande bordello.
Nella pubblica amministrazione, presidente Ardizzone, debbono accedere i giovani che hanno fatto bene l’università attraverso concorsi selettivi e meritocratici, non chi fa antimafia, anche se meritoriamente.
La pubblica amministrazione è una scienza, non un luogo dove accogliere tutti indistintamente. Così si creerà altra confusione.
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