#SaveUFuttinu. È partita da appena dieci giorni la raccolta firme per rendere l’arco in pietra lavica e pietra bianca che sorge alla fine di via Garibaldi a Catania un Luogo del cuore Fai (Fondo ambiente italiano). Nonostante il poco tempo, però, sono già tantissimi i cittadini che hanno contribuito affinché quello che è noto ai più come il Fortino possa arrivare sul podio del concorso, aggiudicandosi così uno dei tre premi in denaro da investire sul bene. Per restaurarne la facciata esterna e permettere la piena fruibilità del percorso interno che porta al terrazzo. Ci sarebbe, poi, anche da ripristinare la funzionalità dell’orologio. «È stata una candidatura proposta dal Fai – spiega Salvo D’Urso dell’associazione Acquedotte, nata un anno fa in via Santa Barbara, che lo scorso maggio ha ottenuto in affidamento dal Comune due stanzette all’interno della struttura – Abbiamo adottato la proposta discutendone con una trentina di associazioni e comitati cittadini e abbiamo deciso di coinvolgere i commercianti della zona e le scuole».
Di iniziative per promuovere il Fortino se ne faranno tante. A partire da un concerto di musica classica inserito nella mostra itinerante WonderTime e il banchetto firme attivo da martedì 11 settembre in piazza Palestro. In mezzo, anche un progetto di residenza d’artista legato a installazioni luminose, per mostrare cosa potrebbe diventare quel luogo, da troppi anni deposito di cassette di frutta e verdura, bagno all’area aperta o posto dove gettare la spazzatura. «È un monumento simbolo della città – aggiunge D’Urso – Rappresenta l’ingresso di quel centro storico che cerchiamo di promuovere e che troppo spesso viene snobbato perché si trova in un quartiere popolare. I nostri concittadini e i turisti dovrebbero allargare i loro giri, e magari si potrebbe prevedere anche una tappa del trenino cittadino che prendono tanto spesso gli stranieri».
Per votare, online e attraverso moduli cartacei, c’è tempo fino al 30 novembre. Mentre l’esito del concorso sarà reso noto attorno al 15 dicembre. «Considerando che le votazioni per i Luoghi del cuore si sono aperte a maggio e il Fiume Oreto, candidato palermitano, ha già raggiunto 14mila voti la sfida è davvero difficile», commenta Alessandro Giacomo Fangano, cittadino della zona che partecipa attivamente all’iniziativa. «La porta è stato un regalo di nozze per il matrimonio di re Ferdinando I delle due Sicilie e Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, esattamente 250 anni fa, nel 1768 – racconta Fangano – Con la fine dei Borboni vennero sostitute le effigi con l’orologio e venne cambiato il nome: da porta Ferdinandea a porta Garibaldi». Più di recente, «si diceva che se passavi dal Fortino e non ti avevano rubato niente era perché Puddu Cisca o era in carcere o era malato… È un personaggio che è entrato nella memoria collettiva».
«C’è un altro modo di dire – continua Fangano – che ricorda quando ci si passava per una preghiera prima di andare a seppellire la bara al cimitero, e dice che una volta che superi il Fortino la strada è facile fino ai tre cancelli. Cosa che sottolineava anche Giovanni Grasso quando diceva che la cosa bella del Fortino era proprio che purificava le persone durante il loro ultimo passaggio». La resa pratica di quella frase, incisa sulla porta, che recita «Melior de cinere surgo». Dedicata a una Catania che vantava il suo splendore.
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