Turi libero, campagna di solidarietà per l’attivista No Muos Rinchiuso al Pagliarelli, ora si spera nella pena alternativa

Turi libero finora era stata una constatazione. Adesso diventa un appello. Turi Vaccaro, il noto pacifista originario di Marianopoli che ha percorso per oltre 30 anni le lotte sociali in giro per l’Europa, è rinchiuso da quasi un mese al carcere Pagliarelli di Palermo. E continua a essere un pesce fuor d’acqua. La speranza è che dal 5 settembre gli venga concessa una pena alternativa, da scontare come servizio sociale in qualche comunità che la rete del comitato di base No Muos Palermo sta definendo in questi giorni.

Accusato di aver colpito con una pietra alcune apparecchiature necessarie al funzionamento del sistema di telecomunicazioni satellitari – impiantato a Niscemi nonostante l’opposizione della popolazione – il 65enne attivista a piedi nudi è stato portato nel carcere palermitano il 6 agosto. Dove deve scontare undici mesi di reclusione.

Troppi per il movimento No Muos che, invece, rivendica le sue tipiche azioni non violente di protesta, mai rivolte alle persone. Da Palermo è partita una campagna di solidarietà che verrà resa nota nei prossimi giorni, con un’assemblea pubblica in una piazza ancora da stabilire. Intanto, gli attivisti stanno definendo una serie di cartoline da potergli poi mandare in carcere, per fare sentire a Vaccaro la vicinanza, con i disegni di Guglielmo Manenti e le foto di Fabio D’Alessandro. A essere già arrivata è una nota di solidarietà da parte della Consulta della Pace di Palermo: «Chiediamo che la giustizia ufficiale, nella considerazione del valore morale e sociale dei suoi gesti di disobbedienza civile, affronti equamente il caso del pacifista nonviolento Turi Cordaro Vaccaro, che non ha mai nascosto ed equivocato il carattere essenzialmente simbolico delle sue clamorose azioni “plougshares”». 

E ancora: «La disobbedienza civile come la pratica il nonviolento, e Turi è un nonviolento, è sempre apertamente ed esplicitamente rivendicata: non rifiuta la responsabilità della pena ma è volta a far riflettere la comunità su situazioni che possono essere formalmente legali ma sostanzialmente non giuste. Teniamo infatti presente che vi sono forti motivi per considerare il Muos, un sistema militare che, per radiocomandare i droni, spazia su quattro impianti diffusi in vari continenti, e sui satelliti ad essi collegati, un’opera incostituzionale che nuoce gravemente alla pace globale ed anche di impatto catastrofico locale per la salute e per l’ambiente».

A detta di chi è andato a trovarlo, Vaccaro sta bene e resta recluso in infermeria dove fa meditazione ed esercizi yoga. Inoltre vorrebbe dare notizie di sé alla figlia, che vive in Olanda. A difendere Vaccaro è stato nominato l’avvocato Bonaventura Zizzo, tra i fondatori dell’associazione RadioAut. «Non mi aspettavo che il Pagliarelli fosse così pesante», avrebbe detto l’attivista al legale. E la sua segnalazione si aggiunge a ciò che da tempo denuncia Antigone, l’associazione che si batte per i diritti e le garanzie del sistema penale.

«Il Pagliarelli ospita 1350 detenuti a fronte di una capienza di 1186» si legge sul sito dell’Antigone dopo l’ultima visita del 30 ottobre 2017. «Circa 700 detenuti vivono in celle di nove metri quadrati in due o in tre. La maggior parte delle celle non ha la doccia e necessita di interventi di ristrutturazione. Più di 400 detenuti hanno problemi psichiatrici». 

Andrea Turco

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