Turchia: scioccante dichiarazione del Ministero degli esteri tedesco

di Gabriele Bonafede

Scioccante dichiarazione del Ministero degli esteri Tedesco, apparsa ieri 17 giugno 2013 sul sito ufficiale in questa pagina: http://www.auswaertiges-amt.de/EN/Aussenpolitik/Laender/Aktuelle_Artikel/Tuerkei/130617-Tuerkei-Demonstrationen.html.

Con una frase molto infelice l’istituzione diretta dal Ministro Guido Westerwelle si riferisce al mostruoso massacro di cittadini e manifestanti inermi come a “scontri”, anziché per quello che è: la violenza inaudita di un gruppo armato su uno inerme.

Poliziotto spara a bruciapelo da www.elitedaily.com

Ecco il testo del comunicato pubblicato dal Ministero nell’originale inglese e nella traduzione italiana:

“Protests in Istanbul, Ankara, Izmir and other Turkish cities continued through the weekend. Clashes between the police and protesters again saw violence deployed and a number of people arrested. The police made use of tear gas and water cannon. A large number of people were injured, and several have died in connection with the protests.”

Traduzione in italiano:

“Proteste a Istanbul, Ankara, Smirne e altre città turche sono continuate durante il weekend. Scontri tra polizia e manifestanti hanno mostrato ancora l’impiego della violenza e un numero di persone sono state arrestate. La polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Un grande numero di persone sono state ferite e molte morte in connessione con le proteste”.

Poliziotto turco colpisce un vecchietto inerme alla nuca. Questo è “uno scontro tra polizia e manifestanti”? Oppure un’azione di violenza criminale da una parte armata su una impossibilitata a difendersi?

“Scontri tra polizia e manifestanti”? “Persone ferite “in connessione con le proteste”? Ma il ministro degli esteri tedesco ha visto foto e video che circolano sul web e pubblicate su tutti i giornali? Si è informato con persone che sono sul luogo?

Dalle immagini che vediamo e che abbiamo pubblicato, nostro malgrado e per aiutare le vittime dell’orrendo massacro che si continua a perpetrare in questi giorni in Turchia da parte di un governo ormai delegittimato, si vede chiaramente che la polizia attacca brutalmente ragazzi e ragazze, uomini, donne, vecchi e bambini con il chiaro intento di ferire gravemente se non di uccidere.

Non si tratta di “scontri” come li definisce il Ministero di Guido Westerwelle, ma di veri e propri massacri fuori dalla logica e raccapriccianti. Non si tratta di “scontri tra polizia e manifestanti”, ma di violenze efferate della polizia su manifestanti pacifici e inermi, spesso donne, vecchi e bambini.

Una manifestante di meno di cinque anni ha cercato di “scontrarsi con la polizia”?

Non si tratta di “cannoni ad acqua”, ma di getti violentissimi di miscele urticanti. Non si tratta di “lancio di gas lacrimogeni”, ma di una caccia l’uomo con grosse bombe lacrimogene e proiettili sparati a bruciapelo sulla testa e sugli occhi di manifestanti pacifici. Non si tratta di “persone arrestate” ma di persone brutalmente picchiate, come testimoniato anche da un fotografo italiano appena tornato in Patria, e tenute sotto sequestro senza alcun capo d’accusa credibile se non quello di essere là in quel momento a manifestare, a raccogliere immagini del massacro, oppure semplicemente di passaggio.

Dalle informazioni raccolte e pubblicate da tutti i giornali si evince chiaramente che le proteste sono pacifiche e la polizia turca si è comportata come la polizia di Goering e Hitler in Germania circa 80 anni fa al fine di consolidare il potere.

Va bene la diplomazia, ma a tutto c’è un limite.

Cosa dice il Ministro Westerwelle a sua discolpa per queste frasi inopportune e infelici che denotano una strabiliante equidistanza tra carnefici e vittime nonostante l’evidenza?

 

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Gabriele Bonafede

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