Tumori, cani e gatti 50 per cento a mammella e cute Izs: «Castrazione prima del calore riduce rischio»

A Palermo il 50 per cento dei casi di tumori nei cani e nei gatti è rappresentata da quelli mammari e cutanei, con una netta prevalenza di questi ultimi. Un fenomeno che si discosta in parte dalla media nazionale e che si spiega con una maggiore esposizione a queste latitudini degli animali ai raggi solari. Sono dati che emergono dal lavoro di raccolta e analisi del Registro tumori animali che ha sede all’interno dell’Istituto Zooprofilattico della Sicilia di Palermo. In questi ultimi dieci anni, è stata raccolta una mole elevata di campioni di tessuti – all’incirca 10 mila provenienti per la maggior parte dagli ambulatori veterinari presenti nell’Isola – poi confluiti nella rete coordinata a livello nazionale dal Centro di Referenza per l’Oncologia Veterinaria e Comparata dell’Istituto Zooprofilattico di Genova. L’obiettivo del registro è di tenere sotto controllo la salute del territorio monitorando quella dei migliori amici dell’uomo. Gli animali domestici, in quest’ottica, vengono definiti sentinella proprio perché possono fornire utili informazioni sul rischio derivante dall’esposizione a pericoli ambientali.

Spesso, infatti, sono allevati nello stesso luogo dei proprietari e quindi esposti alle stesse sostanze nocive e presentano una varietà di tumori sovrapponibile a quella osservata negli esseri umani. «I casi di mesotelioma canino – tumore che può essere legato alla presenza di amianto – possono fornire un sistema precoce di rilevamento di questa patologia ambientale – spiega il responsabile del registro Tumori Animali dell’IZS, Guido Ruggero Loria. Un altro esempio è il cancro alla vescica dei cani in quanto la vescica dell’uomo è simile, e il carcinoma a cellule transizionali è il più frequente tipo di tumore vescicale in entrambe le specie». Al momento, i dati raccolti a Palermo e in Sicilia non si discostano dalla tendenza media nazionale e non evidenziano particolari situazioni di rischio per l’uomo.

Tornando a cani e gatti, invece, tra i casi di neoplasie spontanee più diffuse sono risultate quelle a carico della cute. Seguono quelle mammarie – per i felini nei tumori mammari si riscontrano una maggioranza di forme maligne – e poi, in ordine di frequenza, gli apparati genitali e il sistema linfatico. «Il dato per il cancro animale in Sicilia è quasi analogo a quanto rilevato al resto d’Italia – chiarisce Loria – cani gatti sono esposti a una serie di tumori che riguardano anche le casistiche umane. Non abbiamo individuato abitudini o stili di vita da sottolineare anche perché gran parte dei proprietari ricorrono a mangimi e diete che sono ben bilanciate». Per quanto riguarda il cancro alla mammella, infine, dai dati raccolti è emerso un interessante costante che tende a smentire una diceria legata alla prevenzione dei tumori nei cani e gatti in seguito all’accoppiamento prima della sterilizzazione.

«In molti sono convinti che far accoppiare gli animali prima della sterilizzazione possa ridurre i rischi di tumori alla mammella – commenta il responsabile del laboratorio di Istopatologia e immunoistochimica, Roberto Puleio -. In realtà non esiste alcuna evidenza scientifica in tal senso mentre è vero nella misura in cui la sterilizzazione viene fatta prima del primo calore, in età molto precoce». Secondo diversi studi cani e gatti non operati hanno un rischio 7 volte maggiore di sviluppare un tumore mammario rispetto a quelli sterilizzati ma è la precocità con cui si interviene che abbatte drasticamente il pericolo. «Altri studi ancora – conclude Puleio – affermano che il rischio di insorgenza del tumore mammario in cagne sterilizzate prima del primo calore è del 0,5 per cento, dell’8 per cento in caso di intervento dopo il primo e del 26 per cento dopo il secondo».

Antonio Mercurio

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