Truffa sulle protesi sanitarie, quattro arresti Sequestrati anche beni per oltre 43mila euro

Un primario, due infermieri e un informatore sanitario dell’ospedale Civico sono stati arrestati a Palermo per truffa nell’ambito di un’indagine dei carabinieri del Nas. I militari hanno dato esecuzione a una ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Palermo nei confronti di quattro persone: il direttore di Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia, Natale Francaviglia, un coordinatore infermieristico e di un infermiere. Ai domiciliari di un agente di commercio di protesi sanitarie. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in reato continuato di truffa aggravata ai danni di ente pubblico, falsità ideologica aggravata commessa dal P.U. in atti pubblici, abuso d’ufficio. L’indagine riguarda l’utilizzo di protesi mediche e di ricoveri in ospedale. Complessivamente nell’inchiesta sono coinvolti 15 indagati tra medici e infermieri.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo e condotte dal Nas del capoluogo, con servizi di osservazione e pedinamento, ispezioni ed anche attraverso attività tecnica di intercettazione, hanno permesso di scoprire un’articolata organizzazione che avrebbe perpetrato truffe ai danni del servizio sanitario regionale, mediante la falsificazione di documenti e registri di carico e scarico delle protesi utilizzate negli interventi di chirurgia cranica e della colonna vertebrale. In particolare sarebbe stato dichiarato l’uso di dispositivi medici in numero notevolmente superiore rispetto a quello realmente impiantato sui pazienti nel corso degli interventi chirurgici.

Inoltre, in tale contesto, il suddetto direttore, con la collaborazione di altri medici ed infermieri della sua Unità Operativa, faceva bypassare ai propri pazienti privati, paganti, le liste d’attesa per gli interventi chirurgici, facendoli figurare come se avessero seguito le normali procedure istituzionali di ricovero. Con la medesima Ordinanza il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo, per equivalente, della somma di 43.724 euro ritenuta profitto di reato. Il sequestro è stato eseguito, oltre che nei confronti degli arrestati, anche nei riguardi di altri due soggetti non colpiti da provvedimento restrittivo, rispettivamente un infermiere dello stesso ospedale e l’amministratore della società fornitrice dei dispositivi medici.

Stefania Brusca

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