Il Gup di Palermo ha rinviato a giudizio quattro persone, due impiegati dell’Ispettorato provinciale dell’Agricoltura e due imprenditori. Sono accusati di falso e truffa in concorso. Secondo quanto appurato finora sarebbe stato falsificato il giorno della presentazione di una domanda per l’accesso ad alcuni contributi della Regione Sicilia. Gli impiegati, il dirigente Antonino D’Amico e la funzionaria Angela Fazzari, avrebbero finto che la documentazione, depositata da Agata Ferlito, 84 anni, attraverso il figlio Antonio Cappuzzo, fosse stata presentata il 22 aprile 2014 e non, come sarebbe in realtà avvenuto, il giorno dopo.
Il 22 aprile era fissato il termine di scadenza per la presentazione dei documenti e il mancato rispetto della data prevista avrebbe dovuto escludere l’azienda agricola Tudia dai contributi della Agea, agenzia per le erogazioni in agricoltura. Ferlito e Cappuzzo ottennero poi il finanziamento da 200 mila euro complessivi (ma ne avrebbero incassato solo 160mila), grazie ai quali l’azienda Tudia avrebbe dovuto realizzare un agriturismo a Capo Granitola, nei pressi di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Ferlito e Cappuzzo sono difesi dall’avvocato Roberto Mangano mentre il legale di Fazzari è Enrico Sanseverino.
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