Sono sempre più numerosi i poveri in Italia e in particolare nelle regioni del Sud. La Sicilia non fa eccezione con il 65 per cento delle famiglie indebitate. E non si tratta solo di persone che hanno perso il lavoro, tra le prime cause della nuova povertà. Molte sono infatti vittime del sovra indebitamento, perché colpevoli di avere tenuto un tenore di vita che non potevano più permettersi o perché si ritrovano a dovere ancora mantenere figli disoccupati e magari anche i nipoti.
In ogni caso hanno contratto dei debiti e non sono più in grado di pagarli. E così, se allinizio dellanno a Catania erano 25 le famiglie che ricevevano assistenza alimentare dal Movimento cristiano lavoratori, «oggi sono circa 700, provenienti da Librino come dal corso Italia, tra cui tre nuclei extracomunitari», afferma Giuseppe De Luca, segretario provinciale del Movimento cattolico che ieri pomeriggio, al Museo diocesano, ha organizzato un incontro per discutere dellargomento insieme allAssociazione per la tutela dei diritti del debito.
Le cause del nuovo impoverimento sono eterogenee. «Sarebbe facile pensare che le persone abbiano le mani bucate e magari si lascino andare al gioco dazzardo, ma i nuovi poveri soffrono soprattutto la mancanza di lavoro e il considerare la famiglia come ammortizzatore sociale da parte dello Stato», dice Nicolò Papa, amministratore nazionale del Movimento cristiano lavoratori.
I drogati di gioco dazzardo costituiscono dunque solo una parte dei nuovi poveri italiani, ma non la maggioranza. Questi, infatti, sarebbero molto più semplicemente vittime della crisi e il rischio è lemarginazione e lo sconforto, «fino ad arrivare a gesti estremi come il suicidio, a cui pensano sempre più persone», aggiunge De Luca. Per cercare di scongiurare una tale eventualità, il Movimento cristiano lavoratori insieme allAssociazione dei diritti del debito, hanno deciso di avviare un servizio di ascolto insieme ai Comuni etnei. «Un luogo deputato ai servizi per cui, probabilmente, la gente non ha il timore e la vergogna di venire a chiedere aiuto», spiega De Luca.
Molti sono poi quelli che chiedono aiuto alla Caritas. «Addirittura a Catania tre famiglie vivono in macchina», spiega Gino Dicitra, responsabile del centro di ascolto della Caritas catanese. Quello del sovra indebitamento è un problema generale e sempre più diffuso. Un tema passato anche dalle Camere del Parlamento e a cui fa riferimento legge numero tre del gennaio 2012. «Non ancora valida perché mancano i decreti attuativi, ma rappresenterebbe una possibilità per chi si trova con lacqua alla gola e non può accedere al credito», spiega Marisa Acagnino, presidente della sesta sezione civile del tribunale di Catania.
Uno dei rischi principali del sovra indebitamento è la possibilità di perdere la propria casa, facilmente attaccabile dai creditori con conseguente impatto sulla qualità della vita sia materiale che psicologica. Con questa legge invece, si può procedere a una ridistribuzione del debito che altrimenti sarebbe inesigibile, perché linsolvente non ha la possibilità di pagarlo. «Una sorta di fallimento del privato che permette di non perdere la reputazione e la soggettività giuridica», spiega Acagnino.
Presenti allincontro anche tre dei candidati a sindaco della città alle prossime amministrative. E se Maurizio Caserta ha puntato lattenzione sullimportanza di «distribuire il peso del debito in modo ponderato», Matteo Iannitti è convinto che «i servizi sociali devono essere di competenza pubblica, al di là del lavoro sempre benvenuto delle associazioni». Importante per lui non mettere sullo stesso piatto della bilancia debitori e creditori e differenzia il debito buono – «quello con i lavoratori e le lavoratrici assolutamente da pagare» – da quello negativo «delle banche e degli enti di speculazione».
Enzo Bianco si presenta con tre proposte da applicare a livello nazionale per avere benefici a livello locale. «Lutilizzo del fondo antiusura anche per problemi di sovra indebitamento, la possibilità di avere in anticipo il trattamento di fine rapporto per risolvere i propri problemi senza chiedere prestiti, impedire il pignoramento delle pensioni sotto gli 800 euro».
[Foto di Pierpaolo. coelo]
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