Tribunale, dieci minuti di silenzio per l’avvocatura «Oppressi da cassa forense e sistema dei crediti»

Un centinaio di avvocati, in silenzio per dieci minuti, sulle scale del palazzo di giustizia di Catania. È la forma di protesta scelta oggi dal gruppo Avvocati liberi per accendere ancora una volta i riflettori sui costi eccessivi della cassa forense e sulle sue modalità di gestione. Ma anche sul sistema di aggiornamento professionale attraverso i crediti formativi. «L’avvocatura rischia il tracollo a causa di un istituto che pretende contributi esagerati», spiega a MeridioNews il legale Goffredo DAntona, tra i promotori dell’iniziativa. Di contro ci sono gli stipendi dei dirigenti dell’ente previdenziale, che riescono a raggiungere cifre che i manifestanti definiscono «indecorose». Il presidente, per esempio, supera i 70mila euro annuali. 

Quello dei versamenti alla casa, che sono obbligatori, non è però l’unico argomento finito al centro della mobilitazione dei legali catanesi: «Protestiamo anche contro il sistema di aggiornamento professionale basato sui crediti formativi – prosegue D’Antona -. I corsi deontologici sono a pagamento e spesso gli incontri non sono altro che momenti di propaganda elettorale di alcuni avvocati».

«Ci vengono proposti anche altri argomenti inutili – conclude D’Antona – coma la polizza infortuni per i clienti che vengono nei nostri studi professionali». La mobilitazione di questa mattina a piazza Giovanni Verga con ogni probabilità verrà replicata in altre città italiane e siciliane. I prossimi appuntamenti potrebbero infatti svolgersi a Enna o Siracusa. Lo scorso 21 aprile le toghe del dissenso si erano date appuntamento a Roma davanti la sede della corte di Cassazione. Una sit-in nato grazie all’organizzazione via Facebook al quale avevano aderito oltre 300 professionisti provenienti da tutta Italia e in particolare dalle città di Catania, Roma, Napoli, Genova, Cassino e Torino.

Prima ancora è stata la volta di una petizione che in 24 ore ha raggruppato oltre 400 sottoscrizioni. Il tema della cassa forense, la cui iscrizione è obbligatoria anche per chi ha appena superato l’esame di abilitazione, è sicuramente quello più dibattuto. Il versamento annuale parte da una base annua di tremila e 800 euro e secondo una simulazione effettuata dai legali tramite il sito web dell’istituto previdenziale chi versa la somma minima dopo 35 anni si ritroverà con una pensione di 370 euro.

Dario De Luca

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