Antonino Pulvirenti torna in libertà per il crac Wind Jet e intanto il processo Treni del gol va avanti. Entro la fine di luglio la giudice per l’udienza preliminare Francesca Cercone intende arrivare alla definizione dell’accusa di truffa e frode sportiva per il patron del Calcio Catania e la stessa società coinvolta per le ricadute dei comportamenti fraudolenti.
Oggi all’interno dell’aula numero due del tribunale di piazza Verga si è celebrata una nuova udienza con al centro le cinque partite del torneo di serie B 2014/15 che Pulvirenti ha ammesso di avere tentato di aggiustare per ottenere punti utili ai rossazzurri con l’obiettivo di raggiungere la salvezza. La discussione si è concentrata sull’integrazione dell’accusa di atti fraudolenti – chiesta dal pubblico ministero Alessandro Sorrentino – ai reati già notificati agli imputati. La giudice, dopo un rinvio di circa un’ora e mezza, ha accettato la posizione della procura rigettando le eccezioni mosse dalla difesa.
Il punto era stato contestato anzitutto dal legale Giovanni Grasso: «La determinatezza dell’imputazione è assolutamente apparente e questo è fortemente lesivo dei diritti della difesa». Per tali ragioni il professore, col sostegno degli altri difensori, aveva chiesto alla giudice di respingere la richiesta del pm. «Non c’è nulla di apparente – ribatte il magistrato Sorrentino – Il riferimento è a promesse di denaro rivolte a dei calciatori per ottenere vantaggi».
Giocatori che all’epoca dei fatti indossavano la maglia di Varese, Livorno, Trapani, Latina, Avellino, Messina e Ischia isola verde. Le ultime due formazioni, che non facevano parte del campionato di serie B oggetto dell’inchiesta, sono state inserite nel fascicolo che riguarda solo Gianluca Impellizzeri. L’imprenditore, ritenuto il finanziatore delle combine, è stato protagonista di un incontro al tavolo di un bar con Pulvirenti fotografato dalle forze dell’ordine.
Ieri intanto il tribunale del Riesame ha disposto la revoca degli arresti domiciliari imposti al patron del Calcio Catania nell’ambito di un’altra indagine: quella per bancarotta fraudolenta nel crac della compagnia aerea Wind Jet. Secondo i giudici, sarebbe venuto a mancare il rischio di inquinamento delle prove che aveva motivato la misura cautelare.
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