Pochi centesimi al giorno in più, che, per chi viaggia in treno tutti i giorni in Sicilia, si trasformeranno in decine o anche centinaia di euro. Dal 1 gennaio 2016 Trenitalia ha aumentato del 7,7 per cento il costo dei biglietti dei collegamenti regionali. Il comitato pendolari ha fatto i conti: chi ha un abbonamento mensile sulla fascia di 40 chilometri – ad esempio tra Milazzo e Messina o tra Fiumefreddo e Catania – spenderà 4,70 euro in più (si passa da 61 a 65,70 euro), che in un anno diventano circa 60 euro. E man mano che la fascia chilometrica sale, il salasso si fa più pesante. Sulla Messina-Catania, cento chilometri, in dodici mesi un abbonato spenderà 100 euro in più del 2014; fino ai 340 chilometri della Palermo-Siracusa dove l’aumento per il 2015 in un anno raggiunge i 170 euro. Sempre che a viaggiare sia solo un membro della famiglia.
«Gli aumenti – denuncia il presidente del comato pendolari siciliano, Giosuè Malaponti – dovevano entrare in vigore da gennaio 2017, così era previsto nell’intesa sottoscritta il 25 giugno 2015 tra la Regione Siciliana e Trenitalia, invece sono stati anticipati con la sottoscrizione del contratto di qualche giorno fa». Per la prima volta la Regione si sostituisce al ministero delle Infrastrutture come contraente di Trenitalia. Il contratto firmato il 30 dicembre avrà durata biennale per un valore complessivo di 223 milioni ed è propedeutico al contratto decennale 2017-2026.
«La Sicilia – lamenta il comitato – è stata l’unica regione che non ha ritenuto opportuno chiamare ai tavoli del redigendo contratto i pendolari». Strumento che, secondo Malaponti, sarebbe indispensabile per vigilare sui disservizi e sull’applicazione degli aumenti come quelli scattati l’1 gennaio. Nonché sui progetti di ammodernamento annunciati. «Si è parlato tanto della velocizzazione della Catania-Palermo ma ad oggi un nulla di fatto, solo chiacchiere e quattro soldi di finanziamento, circa 900 milioni di euro, su un’opera di circa sette miliardi; così come il collegamento ferroviario con l’aeroporto Fontanarossa di Catania, per non parlare del mancato completamento, dopo trent’anni circa, dei raddoppi ferroviari Giampilieri-Fiumefreddo sulla dorsale ionica e Patti-Castelbuono sulla dorsale tirrenica». L’ultima ferrovia realizzata in Sicilia risale a 40 anni fa, la Caltagirone-Gela, chiusa da circa cinque anni per il crollo di un ponte in territorio di Niscemi.
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