Tre itinerari alla scoperta di ville, giardini e monumenti Presidente guide turistiche: «Ci si imbatte in capolavori»

Tornare a passeggiare – seppur con la mascherina – per riscoprire la bellezza di ville, giardini e monumenti,
assaporando la storia e le tradizioni del capoluogo palermitano. A pochi giorni dalla zona gialla in Sicilia, il presidente di Guide turistiche associate di Palermo Giovanni
Masaniello consiglia tre camminate
ai palermitani che
vogliono godere di bellezza e cultura in città, all’aperto e in sicurezza. 

Il primo percorso consigliato si snoda partendo da piazza Pretoria. È l’itinerario del Genio: una passeggiata
di 25 minuti alla scoperta della leggendaria divinità protettrice della città, dalle origini ancora
incerte. Il suo volto è raffigurato nella cancellata del Basile, che circonda la fontana Pretoria. Entrando a palazzo di Città, sullo scalone monumentale, c’è una sua rappresentazione completa. Palermu lu Nicu è stato ritrovato, alla fine del Cinquecento, nelle cantine del palazzo, dove a lungo era rimasto dimenticato. Incoronato e
con un serpente in braccio
, lu Nicu poggia su una vasca, sul bordo della quale è inciso in latino il motto: “Palermo conca d’oro divora i suoi e nutre gli stranieri“. 

Scendendo lungo corso Vittorio Emanuele, subito dopo aver attraversato via Roma, tra i vicoli della
Vucciria ecco invece Palermu lu granni. La scultura, in marmo di Carrara, originariamente parte di una
fontana quattrocentesca situata al centro della piazzetta del Garraffo, si trova ormai da fine Seicento
all’interno di un’edicola muraria. Quest’ultima, in seguito a ripetuti danneggiamenti e furti, è tristemente
orfana delle due statue poste nelle nicchie laterali e degli stemmi dei quartieri che un tempo l’abbellivano.
Imboccando vicolo Paterna e poi via Paternostro, la passeggiata del Genio continua verso piazza
Rivoluzione. Al centro della piazza c’è la fontana del Genio, realizzata nel Sedicesimo secolo da uno
scultore anonimo. La statua, nota anche come Genio del Molo, originariamente si trovava nella conca
della terza fontana del molo nuovo. 

Per concludere la camminata, passando da piazza Magione, dove il Genio è un murales, si arriva a
destinazione: villa Giulia. Immersa nel verde, all’interno del parco, l’elegante fontana ad opera di Marabitti
raffigurante il Genio. Il nume tutelare tiene anche qui in braccio il serpente, che nutre dal suo petto, e indossa un’armatura romana. Accanto, un’aquila icona della città e ai piedi un cane e un fascio littorio,
rispettivamente simboli di fedeltà e potere. Sulla roccia, una cornucopia in segno di abbondanza, la triscele
e una targa che recita Prima sedes, corona regis et regni caput: i tre titoli assegnati a Palermo in seguito alla
fondazione del Regno di Sicilia. 

Villa Giulia è «uno dei capolavori tra i giardini in Europa – spiega Masaniello – sia per l’impianto, che per il
significato escatologico dell’impianto stesso» ed è il punto di partenza per il secondo itinerario consigliato:
una passeggiata tra i giardini e le ville della città. Della durata di circa un’ora, la camminata si snoda tra il
Foro Italico e il giardino Garibaldi, passa in centro imboccando via Cavour, e dal Politeama si conclude al
parco Piersanti Mattarella, storicamente conosciuto come Giardino inglese. Progettato da Giovan Battista
Filippo Basile nel 1851, deve il suo storico nome allo schema utilizzato per darne la struttura, che si rifiuta di
rimodellare lo spazio
(a differenza del giardino all’italiana) per seguire le forme e le irregolarità naturali del
terreno. 

Infine, tra i percorsi consigliati dal presidente di Guide associate c’è quello che, partendo da ponte
dell’Ammiraglio conduce a Maredolce
. Una passeggiata di 35 minuti che dal ponte arabo-normanno, costruito un anno dopo la nascita del Regno di Sicilia per collegare la città ai giardini al di là del
fiume Oreto
, scende lungo corso dei Mille passando per la Chiesa di San Giovanni dei lebbrosi. Ultima
tappa: il castello di Maredolce
, noto anche come palazzo della Favara per la sua collocazione all’interno
del parco della Favara, nel quartiere di Brancaccio.
E, poiché zona gialla significa anche possibile spostamento tra comuni, per chi ha voglia di una gita
fuoriporta
, il consiglio dell’esperto è: «Andare a vedere la Real Casina del bosco della Ficuzza e i bagni di
Cefalà Diana
».

Maria Vera Genchi

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