«Al di là del nome». Il procuratore capo di Catania, Giovanni Salvi, prova a concentrare l’attenzione sul metodo che ha condotto al sequestro di tre milioni e 300mila euro a due società di trasporti etnee, accusate di evasione fiscale. Ma a spiccare è il cognome importante, legato a una delle due ditte. Si tratta di Angelo Ercolano, presidente della Sud Trasporti, nipote incensurato dello storico boss di Cosa Nostra catanese, Pippo Ercolano. L’altra società finita all’attenzione delle fiamme gialle è l’Europa Trans. In entrambi i casi – ed è questa la novità che Salvi tiene a sottolineare -le indagini sono partite grazie alla nuova e stretta collaborazione tra la Procura, l’Inps e l’Agenzia delle entrate. Una sinergia che, sottolinea il magistrato, «sta portando non solo alle sanzioni, ma anche al recupero delle somme evase». Un modello, aggiunge il nuovo comandante della Guardia di Finanza, Roberto Manna «da esportare nel resto d’Italia».
La prima indagine, riguardante la Sud Trasporti, ha fatto luce su un giro di fatture false per un totale di 5 milioni di euro. La società si sarebbe servita di un’altra ditta di Palermo, la Trasporti e spedizioni, evasore totale, per frodare il fisco. A questa venivano concessi fittiziamente in locazione mezzi appena acquistati, ma che rimanevano invece nella disponibilità dell’impresa degli Ercolano. La società palermitana, oltre a non versare i contributi previdenziali per i lavoratori, fatturava il servizio di trasporto, in modo che la Sud Trasporti ne potesse trarre un ulteriore credito. Un sistema ben organizzato in cui il 20 per cento dei pagamenti che la Sud Trasporti effettuava a favore della società palermitana, tornava poi indietro, alla ditta catanese. Sono stati denunciati Maria Ercolano, amministratore delegato, e Angelo Ercolano, presidente della società. E’ la prima volta che quest’ultimo incappa nelle reti della giustizia, seppur per reati non legati alla criminalità organizzata. Nel settembre 2009, Dossier Sicilia, inserto venduto in allegato con il quotidiano Il Giornale, gli dedicava la copertina,
inserendolo nell’elenco dei giovani imprenditori emergenti come esempio di produttività e innovazione. Nello stesso periodo era stato nominato presidente provinciale della Federazione degli autotrasportatori italiani, arrivando anche alla carica di vicepresidente regionale.
La seconda operazione nasce da una denuncia dell’Agenzia delle entrate nei confronti dell’Europa Trans S.r.l., che tra il 2009 e il 2010, avrebbe omesso il versamento di imposte per un totale di 840mila euro e di contributi previdenziali per oltre un milione di euro. Più difficile, in questo caso, risalire ai veri titolari della ditta, intestata formalmente a un prestanome nullatenente di origine cubana, José Fonseca Zamora, 66 anni e alla figlia Marisol Zamora. Impossibile per le Fiamme gialle, dopo i primi accertamenti, eseguire un sequestro di beni. E’ stata una seconda denuncia da parte dell’Inps a dare ulteriore spinta alle indagini che hanno portato, con osservazioni e pedinamenti, all’individuazione del vero manovratore della ditta, Riccardo Reitano, 57 anni. Era lui che aveva accesso diretto ai conti correnti dell’Europa Trans. Nei depositi della ditta, inoltre, sono stati trovati mezzi di altre società, riconducibili allo stesso Reitano. All’imprenditore sono state sequestrate quote societarie, beni mobili e conti in banca per 840mila euro, corrispettivo della somma evasa.
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