Una voce insistente che adesso assume proporzioni ufficiali: la prefetta Maria Guia Federico ha pronte le valigie per lasciare Catania e la Sicilia. L’alta funzionaria palermitana, rappresentante del governo sul territorio, libererà il suo ufficio ai piedi dell’Etna per essere trasferita in Molise e passerà il testimone alla napoletana Silvana Riccio. L’incarico di Federico era cominciato ad agosto 2013 al posto di Francesca Cannizzo, poi inviata alla prefettura di Palermo. Da allora sono trascorsi – e sono stati superati – i canonici tre anni dopo i quali avviene la normale turnazione prefettizia. In questo caso arrivata in ritardo a causa della crisi di governo che ha portato al passaggio di testimone dal presidente del Consiglio Matteo Renzi a Paolo Gentiloni.
Federico, a sua volta, lascerà la poltrona alla napoletana Silvana Riccio, che arriva in città preceduta da un lungo curriculum e da commenti che ne sottolineano la fermezza. Una scelta che sembra essere dettata da una forte spinta verso legalità e trasparenza. Nella carriera di Riccio spicca in modo particolare il lavoro svolto nel Comune di Casal di Principe, dopo lo scioglimento per le infiltrazioni della camorra. Esperienza nel contrasto alle mafie che potrebbe renderla poco timida davanti alla pesante eredità che troverà a Catania. Dal rischio di ingerenze di Cosa nostra nel consiglio comunale etneo alla situazione del Centro richiedenti asilo di Mineo, che per la commissione parlamentare d’inchiesta doveva chiudere già dopo l’estate 2016. Senza tralasciare rifiuti e altri nodi.
Dopo Prato e Catania, invece, Maria Guia Federico si insedierà a Campobasso. Cittadina molisana con una popolazione di poco inferiore a 50mila abitanti. Un trasferimento con il retrogusto della bocciatura e in forte controtendenza rispetto a chi, prima di lei, ha lasciato palazzo Minoriti per essere trasferito in città con proporzioni e problematiche paragonabili al capoluogo etneo, se non direttamente al ministero dell’Interno. La catanese Cannizzo nel 2013 era stata mandata a Palermo. Esperienza che però si è conclusa nel peggiore dei modi, con un biglietto di via dopo coinvolgimento nel caso Saguto e un’inchiesta a sua carico per concussione.
E prima di lei c’era stata Annamaria Cancelleri. Ex guida degli uffici prefettizi quando il 2 febbraio 2007 viene ucciso l’ispettore di polizia Filippo Raciti durante il derby di calcio Catania-Palermo. Nonostante le critiche e le accuse per la scellerata gestione dell’ordine pubblico, Cancelleri nel 2011 viene indicata come ministra della Giustizia nel governo di Mario Monti.
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