Potrebbero essere stati individuati alcuni dei giovani che avrebbero insultato e aggredito un gruppo di minori stranieri nella spiaggia Ciammarita a Trappeto la notte di Ferragosto. Fondamentale la visione delle immagini immortalate dalle videocamere presenti nella zona, che hanno permesso di ricostruire anche alcuni momenti della vicenda, che sarebbe iniziata in spiaggia e proseguita fino in strada, dove il gruppo di migranti è rimasto in attesa del pullmino che li riportasse alla comunità Mediterranea a Partinico, che li ospita. Il giorno dopo, accompagnati dalla stessa operatrice – anche lei forse insultata dagli aggressori – e dalla direttrice della comunità, hanno sporto denuncia. Restano nebulosi, tuttavia, i contorni dell’intero episodio. Le indagini proseguono e poco si sa ancora rispetto a cosa abbia innescato l’aggressione. Un interrogativo che al momento non sembrerebbe essere stato sciolto neppure dagli stessi migranti che si sono rivolti ai carabinieri. «Non sanno il motivo per cui è scattata l’aggressione – dicono dalla caserma -, forse si è trattato di un’avance di troppo e qualcuno che aveva alzato un po’ il gomito ha reagito, potrebbe trattarsi solo di una sbronza fra coetanei finita in violenza e non di aggressione razzista, non sappiamo ancora i contorni».
Intanto, i militari hanno già convocato e ascoltato alcuni testimoni che quella sera erano presenti in spiaggia. Tra questi, c’è anche il proprietario del lido El Pam Pam, che per la notte di Ferragosto aveva organizzato uno schiuma party. «Io c’ero, ho visto tutto», racconta a MeridioNews. Ma la sua ricostruzione apre uno scenario diverso da quello ipotizzato finora. «Chi ci talii?». Sarebbe stata questa la provocazione da cui sarebbe partita la rissa sulla spiaggia Ciammarita, a detta dell’uomo, che è sicuro di aver sentito pronunciare questa frase nei confronti di un giovane di colore che si trovava da solo in spiaggia, per partecipare alla festa organizzata dal lido. «Credo che il giovane di colore abbia allungato gli occhi su una ragazza», questa la circostanza che avrebbe innescato la reazione del gruppo, secondo la ricostruzione del proprietario del lido, che ha continuato a osservare la scena. «Il ragazzo di colore non sapeva probabilmente che dietro di lei c’erano questi ragazzi ubriachi, che hanno reagito».
Il proprietario di El Pam Pam racconta di aver visto un solo ragazzo di colore, non sa se un migrante, e non un gruppo. E ribadisce più volte la sua impressione più forte, che non si sia trattato cioè di un’aggressione a sfondo razzista. O, meglio, che insulti e spintoni non siano stati innescati dal colore della pelle. Il razzismo, a sentire il suo racconto, sarebbe stata una degenerazione consequenziale. «Il ragazzo è stato spinto – continua – La gente attorno a lui si è accorta della lite ed è intervenuta facendo scudo, per proteggerlo in un certo senso, per contenere la situazione. Sono cose che purtroppo possono accadere in luoghi di divertimento come questo». E insiste: «Poteva pure essere un ragazzo italiano o cinese, non mi è parso che i motivi della lite siano dipesi da questo, ma da tutt’altro, e sento di dire che avrebbe potuto coinvolgere chiunque, così come sento di dire che chi lo ha difeso lo ha fatto a prescindere dal colore della sua pelle: questo ragazzo era da solo, è stato difeso per questo».
La festa tuttavia sarebbe continuata come se nulla fosse. «Solo chi era vicino a questo ragazzo si è accorto della lite, il resto della gente non ha percepito cosa stava succedendo, la cosa non si è allargata attirando l’attenzione». Anche lui, come confermato dalle immagini delle telecamere, racconta che la lite si sarebbe poi spostata fuori dal lido. «Si sono scannati per strada tra di loro, ma poi li ho persi di vista. Mi è stato raccontato che sono volati dei pugni». L’uomo, convocato dai carabinieri, avrebbe raccontato quanto visto e descritto i giovani coinvolti nell’aggressione. «Potrebbero essere già stati tutti identificati – dice – Io non li conosco, li ho visti solo quella sera e poi li ho descritti, credo si fossero intrufolati alla festa».
A mettere in dubbio il movente razzista è anche un altro ragazzo, Gabriele Calandra, che quella sera si trovava alla stessa festa nella spiaggia Ciammarita e che dichiara di aver visto, anche lui, l’aggressione. E nel suo racconto ecco che ritorna il gruppo di migranti: «Non si sono dati neanche un pugno, si sono solo spinti e basta. A iniziare la rissa è stato il gruppetto di ragazzi di colore che disturbavano sempre la stessa coppia – scrive sui social – e il fidanzato della ragazza è andato a parlare con loro e loro lo hanno spintonato. Non è vero che piangeva nessuno, anzi era talmente nervoso il ragazzo di colore che cercava in tutti i modi di avvicinarsi al fidanzato della ragazza per aggredirlo. Questo mi fa capire quanta falsità c’è in questo mondo e che di una cazzata si fanno palazzi». Insomma, della vicenda sembra che siano ancora molte le circostanze da chiarire. Intanto, la comunità Mediterranea di Partinico, contattata da MeridioNews, preferisce non rilasciare alcun commento sulla vicenda.
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