Gravissimo episodio quello avvenuto questa mattina nel corso della seconda giornata di audizioni della Commissione Parlamentare Antimafia, in missione a Trapani. Oggi era il turno delle audizioni, nei locali della Prefettura, di quattro rappresentanti delle logge massoniche del territorio, tra cui l’ex gran maestro della loggia Francisco Ferrer di Castelvetrano. Nel corso dei lavori, un uomo è stato sorpreso dietro la porta del salone audizioni, con tanto di telefono in mano. Non è chiaro se stesse registrando o stesse facendo ascoltare a qualcuno in diretta quanto accadeva all’interno della stanza. E molto probabilmente sarebbe passato inosservato se il presidente della Commissione, Nicola Morra, non fosse uscito dalla stanza. Le audizioni sono state immediatamente sospese e sul posto sono arrivati gli agenti della Digos. L’uomo, che pare essere un appartenente a una delle logge massoniche trapanesi, non era però nell’elenco delle persone che dovevano essere ascoltate oggi. Dopo essere stato identificato è stato allontanato.
Sulla vicenda indaga la Polizia. «Il soggetto poi identificato – ha sottolineato Morra a margine delle audizioni – non aveva alcun titolo per essere là. Io mi domando perché si debba accettare che un’audizione particolarmente importante, con l’esplicita richiesta di uno dei soggetti ascoltati, di mantenere la massima segretezza su quanto detto, debba svolgersi con queste condizioni di sicurezza. Io adesso ho segnalato tutto alla Questura di Trapani – ha concluso il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia – che presumo informerà la Procura. Io resto a disposizione delle autorità giudiziarie per qualsiasi riscontro». Tra gli argomenti al centro delle audizioni di oggi anche una presunta connessione tra una struttura del Centro Nazionale Ricerche e i fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro. La provincia di Trapani è stata ed è ancora lo zoccolo duro della mafia. Luogo dove si sono intrecciati i legami tra cosche, massoneria deviata, servizi segreti, imprenditoria e politica. Commistioni documentate in diverse inchieste del passato.
Nella sentenza di primo grado per l’uccisione della morte del giornalista e sociologo Mauro Rostagno, si parla di «uno scenario inquietante dei rapporti tra mafia e massoneria, sia legale che deviata». Il riferimento è al circolo Scontrino dove negli anni ottanta avevano sede sei logge massoniche dichiarate e una segreta: la Iside2, in cui figuravano insieme imprenditori, banchieri, liberi professionisti, esponenti della mafia locale, della politica e della pubblica amministrazione. Ai giorni nostri, invece, compassi e grembiulini ci ricordano come attraverso la copertura di logge massoniche sia possibile infiltrare e influenzare le istituzioni. Persino ottenere il benestare per superare le visite della commissione medica dell’Inps. È quanto è emerso nell’ambito dell’operazione Artemisia messa a segno dai carabinieri nel 2019 e che portò all’arresto, fra gli altri, dell’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto a cui è anche contestata l’appartenenza ad una loggia massonica segreta a Castelvetrano. Il processo è attualmente in corso a Trapani.
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