Alla fine il vincitore è ancora lui: Girolamo Fazio e il suo ritiro calcolato per creare un percorso a ostacoli per chiunque fosse rimasto in corsa. E così Piero Savona, unico candidato al ballottaggio, non riesce a diventare sindaco, perché alla chiusura dei seggi la percentuale dei votanti si ferma a un imbarazzante 26,75 per cento, la più bassa d’Italia, oltre 32 punti in meno rispetto al primo turno. Ma anche 16 punti in meno rispetto alla media dei sette comuni siciliani chiamati ai ballottaggi. Il candidato del Pd: «Chi è stato responsabile di tutto questo, si assuma le sue responsabilità».
Savona infatti, per essere eletto, avrebbe avuto bisogno che il 50 per cento più uno degli aventi diritti si recassero alle urne e che almeno il 25 per cento votasse per lui. Traguardo fallito ampiamente. Trapani si avvia quindi verso il commissariamento sia della giunta, che del consiglio comunale.
Adesso si tornerà a votare tra un anno. Lo annuncia l’assessora agli Enti locali per la Regione Siciliana, Luisa Lantieri. «La prima tornata utile – dice Lantieri – è quella del 2018 quando si terranno le amministrative in altri comuni. Non è possibile votare in concomitanza alle regionali del prossimo novembre poiché la sessione straordinaria è consentita solo per i comuni sciolti per mafia».
Savona ha atteso i risultati all’interno del suo quartier generale, accanto ai suoi sostenitori. Alla fine, il miracolo tanto atteso non è però arrivato. Nonostante gli appelli e le marce, Trapani ha scelto l’astensione. Ha scelto il commissario. Tanta la delusione nei volti dei tanti che hanno affollato il comitato elettorale del candidato del Pd, unico rimasto in corsa per il ballottaggio dopo l’abbandono dell’ex deputato regionale Fazio.
Nessuno tra i presenti si aspettava il raggiungimento del quorum ma neanche un risultato così basso. Alle 23, con i seggi appena chiusi e la certezza del commissariamento, Savona ha voluto parlare ai suoi. «Non ho nulla da rimproverarmi – ha sottolineato – ho fatto quello che ho potuto. Speravo in un miracolo che non è arrivato. Abbiamo fatto una bella battaglia che non è andata a buon fine. Chi è stato responsabile di tutto questo, si assuma le sue responsabilità. È stata una campagna elettorale bellissima, abbiamo battuto sul campo D’Alì. Quello che abbiamo fatto lascerà qualcosa, non ci sentiamo sconfitti. La nostra unica preoccupazione adesso è per i nostri concittadini. Non tutti hanno avuto il coraggio di voltare pagina».
Finisce così la corsa di Savona, cominciata nove mesi fa tra lo scetticismo di molti che non si aspettavano neanche di arrivare al ballottaggio. Adesso il candidato dem dice di volersi solo riposare e ha già annunciato che non si ricandiderà il prossimo anno.
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