Tre imprese attraverso le quali Matteo Messina Denaro continuava a condizionare gli appalti nella zona del Trapanese, a cominciare da quelli per il parco eolico di Mazara del Vallo e della ristrutturazione dell’ospedale. La squadra mobile di Trapani le ha sequestrate e allo stesso tempo ha eseguito undici misure cautelari, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
L’operazione, denominata Ermes 2, colpisce ancora una volta ill clan del superlatitante Matteo Messina Denaro. L’indagine ha confermato i saldi contatti tra il clan mafioso di Mazara del Vallo, retto secondo gli investigatori da Vito Gondola, e quello di Castelvetrano, e ha svelato gli accordi per spartirsi gli appalti sotto le direttive di Messina Denaro, cui Gondola si sarebbe rivolto per dirimere le varie controversie insorte. Le imprese sequestrate erano direttamente controllate dalle famiglie mafiose del Trapanese attraverso alcuni prestanome.
Proprio in merito all’infiltrazione di una delle ditte riconducibili a Messina Denaro nella ristrutturazione dell’ospedale di Mazara del Vallo, l’Asp di Trapani precisa: «Il subappalto a quella ditta, indicata come legata a Cosa nostra, fu revocato dall’Asp già due mesi prima dell’interdittiva antimafia della Prefettura, sulla base di timori emersi in alcune notizie di stampa. Tale ditta lavorò solo circa un mese in cantiere. Nel seguire i lavori il settore tecnico dell’Asp ha sempre operato in accordo con la prefettura di Trapani».
Complessivamente sono stati impegnati nell’operazione settanta uomini della polizia di Stato di Trapani, Palermo, Mazara del Vallo e Castelvetrano.
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