Trapani, le nuove accuse all’ex deputato Fazio Tangente da 35mila euro in cambio di una legge

Una presunta tangente di 35mila euro corrisposta dall’imprenditore trapanese Aldo Carpinteri, titolare della catena di negozi d’abbigliamento Stefania Mode e mascherata dietro il pagamento di una fornitura di vino mai consegnata. I soldi sarebbero finiti nelle casse della Cantina Primavera, gestita dalla famiglia Fazio. È quanto emerso nell’ambito delle nuove indagini a carico dell’ex deputato regionale e candidato sindaco di Trapani, Girolamo Fazio, destinatario due giorni fa di un nuovo decreto di sequestro notificato dai carabinieri di Trapani, che hanno apposto i sigilli ad un appartamento adibito a bed&breakfast in centro storico. 

Una vicenda distante dall’inchiesta Mare Monstrum che vede coinvolto l’ex sindaco della città falcata e l’armatore Ettore Morace. Secondo i pm della procura trapanese, Fazio avrebbe ricevuto dall’imprenditore Carpinteri la somma di 35mila euro camuffata da fornitura di 800 bottiglie di vino che non sarebbero mai state consegnate. Per i magistrati, l’ex deputato regionale, in cambio dei soldi, avrebbe presentato all’Ars un disegno di legge (alla fine non approvato) cheavrebbe consentito  il raddoppio della superficie destinata al commercio dei capannoni industriali nelle aree ex Asi siciliane (Aree di sviluppo industriale) dal 10 al 20 per cento. Norma che, benché rivolta ad una generalità di soggetti, avrebbe favorito in particolare la società Stefania Mode (con un fatturato dichiarato di 70 milioni di euro anche grazie al commercio online) che aveva acquistato Palazzo Europa, immobile che si trova proprio nell’area industriale, per destinarlo ai sui scopi imprenditoriali. 

A far scattare le nuove indagini, proprio il racconto del noto imprenditore, fornito ai magistrati nel corso di un interrogatorio avvenuto lo scorso mese di dicembre. La vicenda dell’acquisto del Palazzo Europa era stata in passato motivo di scontro tra Fazio e l’ex deputato regionale Nino Oddo. Per i giudici, Fazio, che era consulente legale di Carpinteri, «se non fosse stato deputato regionale, non avrebbe potuto autorevolmente partecipare ad una serie di incontri in sede istituzionale promossi per sensibilizzare politici e dirigenti amministrativi rispetto alle mire della Stefania Mode su Palazzo Europa, non avrebbe avuto il peso politico necessario per esercitare pressione sul dirigente della sede trapanese dell’istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, né per impedirne o procrastinarne il trasferimento e non avrebbe potuto presentare il disegno di legge che prevedeva un aumento fino al 20 per cento della quota limite del 10 per cento destinabile alle attività di distribuzione commerciale da insediare nell’area di sviluppo industriale di Trapani nell’ambito della quale insiste Palazzo Europa».

AGGIORNAMENTO
Per la posizione di Aldo Carpinteri la procura ha chiesto l’archiviazione, accettata dalla giudice per le indagini preliminari di Trapani Caterina Brignone il 15 dicembre 2017.

Pamela Giacomarro

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