Soldi buttati al vento tra manifesti, volantini, cene e affitti per le sedi dei comitati elettorali. Tanta la rabbia e la delusione per gli eletti, convinti di essersi accaparrati uno scranno all’interno di Palazzo Cavarretta. A Trapani il consiglio comunale non si insedierà, come anticipato prima del ballottaggio dall’assessore Luisa Lantieri a MeridioNews. L’ufficializzazione è arrivata attorno alle 14 di ieri da parte dell’ufficio elettorale centrale. E adesso diversi consiglieri, di opposti schieramenti, annunciano di preparare il ricorso.
Per molti di loro, al di là della legge, il responsabile ha un nome cognome: Girolamo Fazio, che sfilandosi all’ultimo momento dal secondo turno, ha di fatto aperto le porte al commissariamento. «Questa è la conseguenza di una decisione presa da chi ha anteposto l’io al noi, anteponendo il destino personale a quello di Trapani e dei trapanesi», attacca il consigliere comunale uscente Enzo Abbruscato, del Partito Democratico. Eppure neanche adesso, tra le fila di chi ha sostenuto Fazio, si sollevano critiche alle sue scelte. «Su quanto accaduto in campagna elettorale non mi sento di dire nulla se non che rispetto la sua scelta senza giudicare – si limita a dire Girolamo Marino, che grazie alle 734 preferenze ottenute sarebbe stato eletto in consiglio -. Non so dire esattamente cosa avrei fatto io nella stessa situazione».
Di tutt’altro avviso i suoi colleghi del Partito democratico. «Faremo ricorso – annuncia Dario Safina -, lo diremo in una conferenza stampa: riteniamo che la norma possa avere un’interpretazione diversa da quella fornita dell’Ufficio e comunque, laddove fosse corretta l’interpretazione, potrebbero ravvisarsi gli estremi per incostituzionalità». Safina torna poi sulla confusione che è stata creata tra il primo e il secondo turno sul possibile commissariamento del consiglio comunale, in caso di mancata elezione del sindaco, scenario che era stato denunciato in maniera chiara dai dem. «Ritengo che chi tra gli esponenti di altri schieramenti politici ha affermato che noi eravamo in malafede e che era solo propaganda politica, dovrebbe avere il buon gusto di chiedere scusa al Pd, ai cittadini e agli elettori tutti. Noi volevamo scongiurare il rischio di commissariamento totale».
Anche in Forza Italia si prepara il ricorso, come spiega il consigliere uscente Giuseppe Guaiana. «Non c’è dubbio che prendiamo atto delle decisioni della commissione elettorale centrale. Giusto dire, però, che le riteniamo non confacenti al dispositivo di legge e contro la volontà democratica espressa dai cittadini trapanesi, i quali hanno già scelto i loro rappresentanti in seno al consiglio comunale. Credo sia doveroso, nei confronti degli stessi cittadini che sono andati a votare, adoperarci per fare ricorso al Tar. Dopo avere convinto 1569 persone a darmi fiducia, non posso lasciarle senza provare a far valere i loro diritti. Meritano rispetto». In ogni caso Guaiana di lasciare il seggio comunale ci aveva già pensato, a favore di una candidatura a deputato regionale in vista delle elezioni di novembre. «Con molti amici, avevamo iniziato a lavorare in preparazione della mia candidatura alle elezioni regionali. Se è vero, come voi dite, che ormai sono un leader non posso che combattere per far rispettare il mio esercito di cittadini comuni».
Chi invece non farà nulla sono i consiglieri in quota Fazio. «Prendo atto della decisione della commissione – conferma Marino –, ma sottolineo però come questa legge vada contro il volere degli elettori che democraticamente avevano scelto i propri rappresentanti in consiglio». Presentare ricorso? «I tempi del Tar sono lunghi. La vicenda rischia di andare avanti fino alle prossime elezioni». Previste per la primavera del 2018.
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