Cumuli di spazzatura che invadono le carreggiate, con le auto che fanno la gincana tra i rifiuti. Strade ammorbate dal puzzo dei sacchi di immondizia accatastati e roghi notturni. La città di Trapani, dallo scorso 30 novembre, quando l’impianto di contrada Borranea ha chiuso i battenti per saturazione, è in ginocchio. Trasformata in una vera discarica a cielo aperto. A nulla sono servite, almeno per il momento, le proroghe concesse dalla Regione alla Trapani Servizi, partecipata al cento per cento del Comune che gestisce l’impianto dove vengono scaricati i rifiuti di ben 22 comuni della provincia su 24.
La scorsa settimana era stata annunciata una raccolta straordinaria con l’ausilio di una pala meccanica, ma una sola zona del centro storico è stata ripulita. Le restanti 800 tonnellate di rifiuti rimangono in strada. «La discarica di Borranea – spiega Carlo Guarnotta, amministratore delegato di Trapani Servizi – può accogliere 95 tonnellate di rifiuti al giorno dal solo comune di Trapani, lungo le strade sono accatastate circa 700-800 tonnellate di rifiuti che quindi non possono essere raccolte. Per tornare alla normalità ci vorrebbero circa 60 giorni». La società scriverà oggi al prefetto e al commissario straordinario, Francesco Messineo, per chiedere eventuali soluzioni da individuare congiuntamente.
«La situazione è diventata insostenibile – dice Giuseppe Fravola, abitante della zona vicina alla caserma Giannettino – la spazzatura è ovunque. Tra un po’ sarà impossibile anche circolare con le auto perché i sacchetti invadono la carreggiata. È da circa un mese che viviamo in queste condizioni, ormai è emergenza sanitaria. Sono spuntati anche i topi». Il degrado, immortalato negli scatti irriverenti del fotografo per hobby Michele Cobain, che ha trasformato le montagne di rifiuti in addobbi natalizi con tanto di lucine. «La cosa è partita per scherzo – racconta a MeridioNews -. Ho notato che in città non c’era neanche un addobbo natalizio ma abbastanza spazzatura. Quindi ho cercato di unire le due cose dando vita al progetto Luci di monnezza. Pensavo a delle foto personali inizialmente. Ma poi ho notato che la gente durante la realizzazione dei miei particolari set fotografici si fermava, rideva e si complimentava. Ho deciso dunque di condividere i miei scatti». Secondo Michele, oltre alla responsabilità politica c’è anche quella dei cittadini. «Ce la siamo in parte cercata questa situazione – sottolinea -. Questa è una città che non ha mai avviato una seria raccolta differenziata».
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