Trapani, anche il sindaco Giacomo Tranchida è indagato Illeciti nella stabilizzazione dei precari quando era a Erice

Falsità ideologica e turbata libertà del procedimento di stabilizzazione di alcuni precari che sarebbero transitati dal Comune di Erice a quello di Favignana. Questi i reati contestati dalla Procura di Trapani al sindaco della città falcata Giacomo Tranchida, raggiunto da un avviso di conclusione delle indagini. I fatti risalgono al periodo in cui Tranchida era sindaco di Erice.

Si tratta di una seconda tranche dell’inchiesta Aegades, condotta dai militari della guardia di finanza che ha portato all’arresto del sindaco di Favignana Giuseppe Pagoto, anche lui raggiunto da un nuovo avviso di garanzia assieme ad altre sette persone: l’ex assessore Giovanni Sammartano e il comandante della Polizia municipale Filippo Oliveri – già arrestati nell’ambito delle indagini del troncone principale dell’inchiesta – e i funzionari pubblici Vincenzo Barone, Leonardo Di Benedetto, Patrizia Salerno, Alfonso Spataro e Gianfranco Genovese.

Secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, ci sarebbe stato un vero e proprio accordo tra l’allora i due sindaci per il trasferimento di due precari da stabilizzare dal Comune di Erice a quello di Favignana. Per favorire i lavoratori, sarebbero stati commessi una serie di illeciti, come la modifica del piano del fabbisogno triennale del Comune delle Egadi. Una volta ottenuto il contratto a tempo indeterminato per questi due lavoratori, questa volta nelle vesti di sindaco di Trapani, Tranchida avrebbe concordato con Pagoto il traferimento di altre due persone da stabilizzare provenienti dal Comune della città falcata. Nel mirino dei magistrati anche il procedimento di stabilizzazione di altri sei lavoratori del Comune di Favignana.

Aggiornamento del 31 luglio 2020 ore 15.16

Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Vito Galluffo, difensore di Giovanni Sammartano: «Mi è dovuto precisare che il mio assistito non è affatto indagato nel procedimento penale n.3415/19NDR contro Tranchida Giacomo più altri. Infatti solo per mero errore dell’estensore dell’avviso delle conclusioni delle indagini il suo nome è stato inserito negli atti».

Pamela Giacomarro

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