Cronaca

Traffico internazionale di stupefacenti. Arresti in diverse parti d’Italia. Coinvolta anche la Sicilia

Una maxi operazione anti droga condotta dai militari della guardia di finanza che ha interessato parte del territorio della Penisola, coinvolgendo le province di Reggio Calabria, Catania, Messina, Vibo Valentia, Salerno, Milano e Pavia. I provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi dal gip del tribunale di Reggio Calabria nei confronti di 24 soggetti – di questi 15 in carcere e 9 ai domiciliari – per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. L’attività costituisce lo sviluppo di una precedente operazione denominata Magma, eseguita dal Gico (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) e diretta dalla Procura reggina – conclusa nel 2019, in quell’occasione furono emesse 45 misure cautelari. La compagine criminale gestiva una consolidata attività di smistamento dello stupefacente attraverso l’impiego di appositi corrieri, sempre pronti a rifornire molteplici piazze di spaccio, fungendo da spola tra il territorio calabrese e quello siciliano. In un’occasione, infatti, veniva arrestato, in flagranza di reato, un affiliato in procinto di imbarcarsi per la Sicilia.

Nel dettaglio – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità – l’operazione odierna avrebbe confermato la forza e la capillarità, sia su scala nazionale che internazionale, dei narcos calabresi, che continuano a porsi quali interlocutori privilegiati con le più qualificate organizzazioni mondiali, garantendo una sempre maggiore affidabilità. La disponibilità di ingenti capitali di provenienza illecita e la spiccata capacità di gestione dei diversi segmenti e snodi del traffico hanno permesso all’organizzazione investigata di consolidare un ruolo rilevante nel narcotraffico internazionale servendosi, tra l’altro, di preferenziali e collaudati canali di approvvigionamento esteri.

Il gruppo criminale, che per comunicare faceva uso di telefoni cellulari criptati, ovvero di cabine telefoniche pubbliche, si interfacciava con differenti organizzazioni aventi le proprie basi operative in Albania e in Brasile. In tale contesto, sarebbe stato scoperto che l’organizzazione era in grado di far giungere dal Brasile ingenti partite di cocaina, stoccate in Svizzera, per poi essere trasportate in Lombardia ed essere cedute ad individuati acquirenti, tra i quali figura un soggetto albanese di particolare rilievo criminale. A seguito di problematiche legate al pagamento del narcotico, un membro dell’organizzazione brasiliana fornitrice si sarebbe finanche recato in Calabria per incontrare il capo del sodalizio trovare una soluzione. Prima dell’incontro – monitorato dagli investigatori – al fine di far comprendere in maniera chiara l’importanza del soggetto che si apprestava ad incontrare, un indagato palesava al referente brasiliano lo spessore criminale del proprio dominus, ostentando, al fine di fugare ogni dubbio, il contenuto di articoli stampa da cui spiccava la caratura della compagine criminale di appartenenza.


Carmelo Lombardo

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