Torre biologica, costi lievitati a 31 milioni di euro Unict corre per il collaudo, pena la perdita dei fondi

Un progetto importante, un polo che riunirà in un solo edificio le principali attività scientifiche dell’ateneo di Catania. Un edificio che avrebbe dovuto essere pronto a fine 2011, il cui costo finale oscilla tra i 31 e i 32 milioni di euro. È la Torre biologica, il complesso di quattro torri in costruzione in via Santa Sofia che ospiterà diversi dipartimenti dell’università etnea. Per il collaudo finale è scattata la corsa contro il tempo, dato che entro il 30 maggio dovranno essere soddisfatti i vincoli di sicurezza richiesti dai tecnici dei vigili del fuoco. Pena la perdita dei fondi del ministero dell’Istruzione e della ricerca del Progetto di potenziamento strutturale Brit (Bio-nanotech research and innovation Tower) finanziato dal pon Ricerca e competitività 2007/2013.

La storia della Torre biologica viene ripercorsa in una relazione fatta al Consiglio d’amministrazione di Unict tenutosi lo scorso 27 febbraio dal direttore generale Federico Portoghese. L’approvazione del progetto risale al 2003 – la cifra iniziale stanziata è di quasi 22 milioni di euro – ma negli anni che vanno dal 2003 al 2005 vengono emanate una serie di norme che pongono nuovi vincoli per la costruzione in zone sismiche e per gli impianti antincendio. Una condizione che rende «di fatto, non conforme alle nuove disposizioni il progetto definitivo redatto a cura dell’ufficio tecnico dell’ateneo – si legge nel verbale – La necessità di non vanificare il lavoro svolto, e visto l’irrinunciabile obiettivo che il progetto riveste nel quadro della didattica e della ricerca dell’ateneo, inducono l’amministrazione a demandare l’adeguamento della progettazione in fase esecutiva».

Viene aggiornato il capitolato di spesa, che sale a 24 milioni e si aggiunge la richiesta di affidare la direzione dei lavori a personale esterno a Unict, ottenuta dai romani dello studio Valle. Inoltre si pone come condizione che «l’adeguamento progettuale sarebbe stato sotto la responsabilità e con ogni onere a carico della impresa aggiudicataria». A ottenere l’appalto – affiancata dalla società di progettazione Progin – è la Sigenco, azienda che poi vive una profonda crisi che l’ha portata tra il fallimento e il concordato preventivo tra il 2013 e il 2014. La chiusura del cantiere è fissata entro il 2011; il 30 gennaio 2009 è l’allora rettore Antonino Recca con l’amministratore delegato dell’azienda Santo Campione (tra gli imputati nel processo per i lavori della metropolitana) a posare la prima pietra, ma pochi giorni prima i vigili del fuoco presentano una relazione nella quale sottolineano la necessità di effettuare degli interventi: dalla revisione ai fini antincendio del corpo scala della torre più alta agli impianti di rivelazione incendi e il sistema di allarme. Tutte indicazioni che «non erano state tradotte in progettazione esecutiva».

Tra ulteriori revisioni della somma da investire – che sale a 25 milioni di euro – si arriva all’ottobre 2013, quando «l’impresa Ricciardello costruzioni srl subentra, avendone acquisito il ramo d’azienda, all’appaltatrice Sigenco spa interessata da una procedura fallimentare; si fa presente che agli atti non risulta alcun verbale di consistenza derivante dal predetto subentro», sottolineano i vertici universitari. A dicembre 2013 lo studio Valle richiede una perizia di variante per risolvere «alcuni aspetti relativi a layout interni, finiture dei pavimenti, insonorizzazioni e impianto idrico relativo ai laboratori del progetto Brit». Il costo della Torre biologica supera i 26 milioni di euro. Una nuova variante, più consistente, viene chiesta per le strutture collegate ai laboratori. Impianti elettrico, di condizionamento, gas tecnici e aria compressa, trattamento acque, sicurezza, aree esterne e sistemi di trattamento acque bianche. Tutto per un totale di oltre cinque milioni, che fanno assestare l’appalto al valore di 31 milioni di euro.

Intanto, da maggio dello scorso anno, la direzione dei lavori ritorna agli uffici universitari che fissano la consegna al 18 settembre 2014. Un’altra richiesta di variante – per il completamento delle otto aule da 238 posti, luci adeguate al controsoffitto e presidi antincendio – fa slittare il termine al 31 ottobre. Nella relazione presentata al Cda, Portoghese fa presente che «si sono evidenziate alcune criticità relative a impieghi di materiali non idonei e mancati adeguamenti alle prescrizioni dei vigili del fuoco, che inficiano la collaudabilità dell’opera». Dai documenti consegnati dallo studio Valle risulta che «le tramezzature interne, che secondo il progetto dovevano possedere caratteristiche di resistenza al fuoco con grado di protezione Rei 90, presentano, invece, prestazioni inferiori, garantendo un grado di protezione Rei 60». Il marchio Rei (Resistenza, ermeticità, isolamento termico) indica la resistenza alle fiamme: se nel piano iniziale era prevista una protezione di 90 minuti (Rei 90), la ditta realizza strutture interne di minore valore (60 minuti). La soluzione proposta dall’impresa costruttrice, inviata lo scorso 10 febbraio, è il ricorso alla deroga sulla quale dovrà pronunciarsi il comando regionale dei vigili del fuoco.

«Allo stato attuale – scrive nella sua relazione il dirigente universitario – non possono essere completate le operazioni di collaudo tecnico-amministrativo dell’opera». Da qui l’urgenza di eseguire gli interventi, «vista la necessità di arrivare all’emissione del certificato di collaudo entro il 30 maggio 2015», termine ultimo della proroga concessa dal ministero. Nel corso di un incontro tra ateneo e Ricciardello costruzioni si stabilisce quanto è di competenza della nuova ditta e quanto invece riferibile all’operato di Sigenco. Si fissa il nuovo piano di lavori e il quadro economico cresce di quasi 970mila euro, 200 dei quali vincolati dal parere sulla deroga richiesta ai pompieri. «Le problematiche emerse – tiene a precisare Portoghese – non risultano essere mai state sottoposte all’attenzione del consiglio di amministrazione, né sono mai state affrontate nell’ambito delle perizie di variante pur autorizzate dal medesimo consiglio», da qui il mandato ricevuto dal rettore Giacomo Pignataro di stabilire eventuali responsabilità.

«Ci sono stati diversi incarichi, sono subentrati diversi soggetti, abbiamo verificato lo stato dell’opera e stiamo lavorando per la consegna nei tempi previsti», spiega a MeridioNews Federico Portoghese. «A noi interessa che si chiuda questa fase dell’operazione, così da poter rientrare delle somme che abbiamo avanzato», precisa. Sul piano delle responsabilità, per il dirigente «si tratta di una questione da verificare in un secondo momento». «Dobbiamo arrivare al 30 maggio con quanto stabilito nel progetto. Settimanalmente facciamo il punto della situazione, da lunedì (oggi, ndr) saremo operativi in loco, aumentando anche la sorveglianza sul cantiere».

Dopo il passaggio obbligatorio del 30 maggio, inizieranno le fasi di trasferimento di docenti, personale e studenti nella Torre. «Finito il collaudo, programmeremo i traslochi: nei primi mesi del 2016 potremmo riuscire a completare tutto».


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